Questa mattina l’ufficio scolastico regionale per la Basilicata, dove abbiamo incontrato il coordinatore regionale del servizio ispettivo, dottor Nicola Caputo, era in fermento per l’imminente via degli esami di stato per l’anno 2018/19.
Nonostante il lavoro copioso da svolgere, il dottor Caputo con assoluto garbo ci ha dedicato del prezioso tempo per spiegarci in maniera dettagliata in cosa consisterà la nuova forma dell’esame di maturità a seguito delle modifiche introdotte dal Decreto legislativo 62 del 13 aprile 2017.
Innanzitutto qualche numero su ciò che accadrà in 309 classi di studenti lucani suddivise in 108 per la provincia di Matera e 201 per quella di Potenza. 5565 i candidati interni totali (2015 nella provincia di Matera e 3550 nella provincia di Potenza) più 128 esterni (71 nella provincia di Matera e 57 nella provincia di Potenza), per un totale di 156 commissioni elaborate, 156 presidenti nominati (che dal 2014 sono scelti su scala provinciale), 538 commissari esterni ed un solo caso in tutta la regione di candidati con prove speciali, trattasi di un alunno/a ipovedente della provincia potentina.
La prima informazione che l’ispettore Caputo ci ha fornito è particolarmente significativa e riguarda le novità introdotte per l’esame di stato 2019. Da quest’anno infatti non si svolgerà più la cosiddetta terza prova. Gli alunni del quinto anno svolgeranno “solo”, si fa per dire, due prove di cui la prima identica per tutti gli indirizzi di studio e la seconda che si differenzierà tra licei, istituti professionali e tecnici.
Ma partiamo con ordine, spieghiamo ai neo diplomandi ciò che succederà dalla prime ore del mattino con la speranza che tutti trascorreranno una serena notte senza farsi travolgere dal fascino romantico della “notte prima degli sami” di “Vendittiana” memoria.
Istituti aperti dalle ore 8.00 e, come accade ormai da alcuni anni, alle ore 8.30 dal Ministero verrà resa nota la “chiave ministero”, ovvero un codice per decriptare i plichi telematici che sono stati in precedenza consegnati ad un referente per ogni scuola – nella maggior parete dei casi trattasi o di un assistente tecnico o di un docente – contenenti le tracce (prassi analoga che si ripeterà in occasione della seconda prova).
Effettuata la decriptazione del file i presidenti delle commissioni entreranno in possesso del testo che verrà distribuito ai candidati.
,Come ci ha anticipato il dottor Caputo la prima prova sarà uguale per tutti gli indirizzi, “Il Miur – ha affermato l’ispettore – con DM 769/18 ha pubblicato dei quadri di riferimento per la prima e seconda prova scritta. Ogni quadro di riferimento presenta le caratteristiche della prova, poi vengono enunciati i nuclei tematici fondamentali relativi alla prova stessa e infine vengono descritti obiettivi della prova che costituiscono la declinazione dei nuclei tematici stessi in termini di conoscenza e abilità“.
Il ministero nei quadri di riferimento citati ha espressamente indicato che le tracce per la prima prova saranno in totale 7 di cui:
- 2 tracce di tipologia A: “Analisi ed interpretazione di un testo letterario italiano compreso nel periodo che va dall’Unità d’Italia ad oggi. Saranno fornite due tracce che possano coprire due ambiti cronologici o due generi o forme testuali”;
- 3 tracce di tipologia B: “Analisi e produzione di un testo argomentativo. La traccia proporrà un singolo testo compiuto o un estratto sufficientemente rappresentativo ricavato da una trattazione più ampia, chiedendone in primo luogo un’interpretazione/comprensione sia dei singoli passaggi sia dell’insieme. La prima parte sarà seguita da un commento, nel quale lo studente esporrà la sua riflessione intorno alla (o alle) tesi di fondo avanzate nel testo d’appoggio, anche sulla base delle conoscenze acquisite nel suo specifico percorso di studio”.
- 2 tracce di tipologia C: “Riflessione critica di carattere espositivo argomentativo su tematiche di attualità. La traccia proporrà problematiche vicine all’orizzonte esperienziale delle studentesse e degli studenti e potrà essere accompagnata da un breve testo di appoggio che fornisca ulteriori spunti di riflessione. Si potrà richiedere al candidato di inserire un titolo coerente allo svolgimento e di organizzare il commento attraverso una scansione interna, con paragrafi, minuti e titolo”.
In merito alla seconda prova invece ha dichiarato l’ispettore Caputo che “avrà per oggetto in quasi tutti gli indirizzi di studio due discipline caratterizzanti l’indirizzo di studio in esame”.
Senza volerci addentrare in tutti le varie e differenti opzioni di seconda prova per i diversi indirizzi ed istituti, presentiamo solo il caso tipo dei licei classici e scientifici.
Si tratterà in questo caso di una traccia unica con la differenza, rispetto al passato, che non si dovrà più attendere la scelta della materia da trattare perché l’esame riguarderà entrambe, ovvero latino e greco per il classico e matematica e fisica per lo scientifico, con buona pace per chi sperava nella cabala affinché non uscisse una piuttosto che l’altra materia.
In realtà per il liceo classico la prova consisterà in una sola traduzione di un testo dal latino o dal greco all’italiano. I liceali poi troveranno, sempre nella medesima prova, un differente testo già tradotto dell’altra materia non oggetto di traduzione (dunque se la traduzione è stata, ad esempio, dal latino all’italiano, troveranno un testo già tradotto in italiano dal greco), che avrà delle affinità e delle connessioni con il precedente.
Dall’analisi congiunta dei due testi e degli argomenti trattati, non analoghi ma connessi, dipenderà la terza ed ultima parte della prova. I candidati dovranno rispondere ad alcune domande di raffronto – ha spiegato l’ispettore Caputo – tra i due testi differenti ma riguardanti argomenti collegati o che stimolino il confronto.
Più semplice da spiegare la seconda prova per i liceali scientifici. Qui saranno posti alla loro attenzione due differenti problemi di matematica o fisica e gli alunni dovranno sceglierne solo uno da risolvere. Nella seconda parte della prova gli studenti dovranno rispondere a scelta a 4 domande sulle 8 che troveranno riguardanti temi differenti dalla traccia ma sempre attinenti alle due materie in oggetto.
Ci ha spiegato il dottor Caputo che durante l’anno il Ministero ha fornito 2 simulazioni di prima prova e di seconda svoltesi rispettivamente il 19 febbraio ed il 26 marzo la prima ed il 28 febbraio e 2 aprile la seconda.
Dicevamo che non vi sarà alcuna terza prova e si passerà direttamente alla prova orale dove avrà spazio anche l’esperienza di alternanza scuola lavoro svolta dai ragazzi.
“Il candidato – afferma il dirigente Caputo – durante la prova orale esporrà mediante una breve relazione o una presentazione multimediale, le esperienze fatte durante le attività di alternanza scuola lavoro che ora sono chiamate percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”.
Novità dunque anche nella prova orale che – continua l’ispettore Caputo – si svolgerà in questo modo: “Il candidato partendo dal materiale contenuto nella busta da lui scelta tra le tre offertegli dal presidente della commissione, avvierà un discorso pluridisciplinare che vedrà il coinvolgimento dei commissari d’esame che interverranno per quanto competente nella propria materia.
Il materiale contenuto in ciascuna busta sarà un testo, un documento, un progetto o una problematica afferente l’indirizzo di studio e per ciascuna classe i contenuti le buste dovranno essere della stessa”.
Nonostante il contenuto della busta è stato consciamente scelto per trovare collegamenti con quasi tutte le materie oggetto di prova orale, i commissari potranno intervenire durante l’orale con domande comunque inerenti al percorso di studio svolto nell’anno con alcune domande attinenti il proprio ambito di competenza.
Tra i molti studenti che affronteranno queste prove il dottor Caputo ci ha rivelato l’esistenza in regione di una classe ESABAC. Trattasi della 5a C, amministrazione finanza e marketing dell’istituto “Da Vinci-Nitti”, di Potenza.
Gli alunni di tale classe sosterranno prove specifiche relative a lingua, comunicazione e cultura francese ed in storia veicolata in francese. Ciò a seguito di un protocollo di intesa siglato tra Francia e Italia che permetterà a questi studenti di conseguire, oltre al diploma italiano, anche quello francese.
In conclusione un monito per tutti i diplomandi da parte del dottor Caputo “poiché hanno avuto modo di esercitarsi attraverso le simulazioni delle prove scritte e dei colloqui poste in essere da ciascuna scuola devono affrontare l’esame con tranquillità”.
Ed allora un grande in bocca al lupo anche da parte nostra a chi domani affronterà il primo ma fino ad ora più importante esame della loro vita con l’auspicio di viverne molti altri di esami, siano essi lavorativi, scolastici o di vita con la certezza che riusciranno a cavarsela compensando magari qualche lacuna con tanta astuzia.