Continua l’impegno civile di Stefano Mele – affetto da quando aveva sei da distrofia muscolare di Duchenne – il quale anche attraverso Ufficio Stampa Basilicata, prosegue nella sua battaglia per il superamento delle barriere architettoniche e culturali che condizionano ancora chi è affetto di disabilità.
Vi proponiamo un suo nuovo articolo.
La disabilità È una condizione di difficoltà, che si vive o a causa di una malattia oppure di un incidente.
Ancora oggi, nel 2019, in Italia si usa il termine diversamente abile oppure disabile.
E questo nonostante sia stata rettificata la convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Con questa convenzione cambia anche il modo di vedere la disabilità, cambia il modo con cui si vedono le persone con disabilità.
Grazie alla convenzione, si ribalta proprio il concetto di disabilità, mettendo al centro la persona con le proprie abilità.
La convenzione con diritti delle persone con disabilità è fondamentale per comprendere tutti i diritti delle persone che vivono questa situazione
Anche per la disabilità come l’ambiente servono piccoli gesti delle persone. I proprietari di molti locali che possiedono barriere architettoniche devono provvedere ad abbatterle.
Le istituzioni non devono allontanarsi da questo grande problema.
Oggi finalmente anche altre persone parlano di accessibilità, di abbattere le barriere architettoniche e questo mi riempi il cuore di gioia.
Ma le parole si dovranno trasformare in fatti concreti. Anche chi progetta deve prestare attenzione ad abbattere le barriere architettoniche.
Abbattere le barriere architettoniche è fondamentale per rendere libere le persone con disabilità.
Vivere con una disabilità non deve impedire di poter uscire autonomamente dalla propria abitazione, prendere il pullman, entrare per locali pubblici.
Il vero cambiamento parte anche da queste piccole cose, sebbene per molti il problema rimane irrisolvibile e queste difficoltà possono sembrare scontate.
Chi come me vive da anni su una sedia a rotelle, invece, verifica giorno per giorno che diventare davvero difficile condurre una vita tranquilla.
Mi auguro che chi leggerà questo articolo rifletta, sperando che non rimanga indifferente a questo tema.
Sono fondamentali piccoli gesti come sempio non parcheggiare nei parcheggi riservati alle persone con disabilità: “se vuoi io posto prendimi handicap”.
Mi raccomando di usare il termine persona con disabilità, perché non siamo né disabili e né tanto meno diversamente abili, altrimenti dovremmo dire diversamente onesti o diversamente politici.
Viva la disabilità! Evviva tutte quelle persone con disabilità: non arrendetevi mai.
Stefano Mele