“Nel febbraio del 2017 nella Val d’Agri in Basilicata sono stati contaminati 26 mila metri quadri di suolo e sottosuolo con uno sversamento di petrolio. Oggi grazie a un’operazione dei Carabinieri del Noe, funzionalmente dipendenti dal Ministero dell’Ambiente, è stato arrestato un dirigente dell’Eni e 13 persone sono indagate. Disastro ambientale: questa è l’ipotesi di reato. Un danno ambientale enorme. Sono state inquinate le falde acquifere e la rete fognaria: i lucani e anche i pugliesi sono stati privati della risorsa più importante. Quell’acqua è diventata un rifiuto inquinato da dragare via”, scrive in un post su Facebook il ministro dell’ambiente, Sergio Costa in merito all’inchiesta che ha portato all’arresto un dirigente dell’Eni di Viggiano e 13 persone indagate (LEGGI).
“Oggi dalla Basilicata arriva una bella notizia: chi inquina non resta impunito, lo Stato c’è”, ha concluso il ministro.