Il bilancio dei 5 anni di amministrazione, le motivazioni della ri-candidatura, le principali priorità in caso di rielezione, un commento sugli “sfidanti” alla prossima competizione elettorale e uno, a cuore aperto, su Potenza: sei domande al sindaco di Potenza, Dario De Luca.
Sindaco De Luca il suo mandato sta per scadere: facciamo un resoconto degli ultimi 5 anni.
5 anni fa quando io sono entrato in questa stanza la prima telefonata che ho ricevuto è stata quella della discarica di Atella che ci chiudeva i cancelli perché erano creditori di un milione di € nei confronti del Comune perché l’ente non era in grado di pagare. Fu un’accoglienza non solo simbolica ma anche sostanziale così come sono stato avvicinato nel giro di pochi giorni da tutti i fornitori del Comune che chiedevano di essere pagati. Il Cotrab mi ricordo che era creditore nei confronti del comune di più di 10 milioni di euro, la nostra azienda partecipata l’Acta di circa 6, 7 milioni di € e c’era una difficoltà enorme nel gestire l’amministrazione perché le risorse finanziarie erano scarsissime anzi, non ce n’erano. Avevamo già nel mese di giugno del 2014 attinto all’intera anticipazione di cassa di circa 30 milioni di euro. Dopo tanti sacrifici passati attraverso una dichiarazione doverosa di dissesto, si è avviato un processo di riequilibrio difficilissimo, un processo che ha richiesto di rivedere tutte le politiche di spesa dell’ente e anche qualche politica di entrata. In verità il Comune pian piano ha raggiunto l’obiettivo anche con l’aiuto della Regione Basilicata che ha dato un contributo in 4 anni di circa 32 milioni che sono serviti ad appianare i disavanzi accumulati per circa 43 milioni di euro. Quindi oggi il Comune ha un bilancio sostenibile anche senza prevedere apporti esterni senza l’aiuto della Regione Basilicata. Piace ricordare che l’aiuto della Regione Basilicata era quasi costante nel tempo, infatti nel 2013 era stato concesso un contributo dalla Regione di circa 10 milioni di euro, noi già nel 2018 siamo andati avanti senza alcun contributo e anche nel 2019 abbiamo approvato il bilancio di previsione senza prevedere alcun contributo esterno. Quindi con le forze del Comune, nonostante l’ente continui ad avere un indebitamento abbastanza forte per cui paghiamo su un bilancio di 55 milioni circa 15 milioni all’anno di rate di vecchi debiti tra conto capitale e conto interessi, abbiamo portato il livello della spesa a un livello di sostenibilità con grandissimi sacrifici.
La città dopo le elezioni tornerà in una situazione finanziaria migliore, potrebbe essere nuovamente Dario De Luca il sindaco chiamato a gestirla? Ricostruiamo definitivamente questi voci che la vogliono prima come candidato del centro-sinistra, poi come candidato di una lista civica.
Guardi quando io sono stato eletto nel 2014 sono stato eletto nell’ambito di uno schieramento di uno dei due schieramenti di centro-destra, sono stato eletto come lei sa con il cosiddetto sistema “dell’anatra zoppa”, cioè su 32 consiglieri solo 4 dei consiglieri che ci sono candidati con me sono entrati in consiglio, ero quindi un sindaco di minoranza. Proprio perché la situazione del Comune era particolarmente difficile è grave io ho parlato al Consiglio Comunale nella sua interezza chiedendo di collaborare con me per portare il Comune in acque più tranquille. Ho trovato all’interno del Consiglio una maggioranza prevalentemente di centrosinistra – voglio ricordarlo il centro-sinistra nel 2014 aveva eletto 24 consiglieri su 32 – ma trasversale ai partiti. Nessun partito mi ha sostenuto come tale ma persone dei singoli partiti, i singoli consiglieri, mi hanno dato un sostegno grazie al quale ho potuto impostare una politica di risanamento oltre che di investimento. Quindi vorrei dire che il mio è stato un governo apartitico e civico nel senso più stretto del termine perché persone di diverse appartenenze politiche mi hanno dato sostegno credendo in un’azione amministrativa. Io credo che ancora oggi questa sia la strada giusta per il comune di Potenza, i partiti hanno perso nel tempo gran parte delle loro funzioni e quindi mi sto apprestando a mettere insieme intorno ad un progetto per la città persone con grande senso di responsabilità a prescindere dalle proprie appartenenze ideologiche o partitiche perché credo fortemente nel ciclismo, credo che dappertutto tanto a destra quanto a sinistra ci siano persone capaci e persone incapaci, persone oneste e persone disoneste. Io vorrei fare affidamento alle persone capaci ed oneste.
Non si può non considerare il vento di cambiamento che soffia anche a livello internazionale, partendo da Trump, sino alla brexit, per passare ai nazionalismi europei e per giungere infine alla situazione politica italiana. Emerge chiaramente una volontà di cambiamento che non riconosce neanche ciò che di buono è stato fatto. Era questa una delle motivazioni che l’aveva portato in un primo momento a fare un passo indietro?
Guardi io avevo deciso di non candidarmi perché onestamente questi cinque anni mi hanno provato abbastanza. Sono stati 5 anni duri e devo dire che se sto decidendo adesso di mettermi in campo a capo di una coalizione civica è perché ho avuto tantissime pressioni da tante persone, alcune delle quali mi sono state praticamente vicino in questi anni, e non voglio deluderli. Se c’è allora questo desiderio da parte di tanti di continuare questa esperienza amministrativa – questa volta con meno difficoltà finanziarie e con più agibilità economica – per poter fare le cose che servono alla città, allora io ho dato la mia disponibilità però, torno a dire, sempre in un’ottica di ciclismo. I venti che lei diceva che spirano verso i sovranismi, verso i nazionalismi dal punto di vista dell’analisi storica mi preoccupano e sappiamo che nel secolo scorso i nazionalismi non hanno portato bene al continente europeo. Bisogna fare attenzione a demolire perché a demolire non ci vuole niente il difficile è costruire e non dobbiamo mai dimenticare che è grazie alla fondazione dell’Unione Europea che sul continente abbiamo goduto e stiamo ancora oggi godendo del più lungo periodo di non belligeranza che c’è stato nella storia europea.
Ha parlato di un Comune che è uscito da una crisi economica importante, qualora dovesse essere rieletto quali sarebbero le immediate priorità?
saranno tutte quelle cose che non ho potuto fare negli anni precedenti, prima di tutto partendo da un’adeguata manutenzione delle strade, tanto cittadine quanto quelle rurali che sono in condizioni ancora peggiori. Un’attenzione particolare sarà indirizzata agli strati sociali più in difficoltà, la povertà purtroppo sta aumentando e sta coinvolgendo quegli strati che non erano mai stati colpiti dalla povertà ovvero il cosiddetto ceto medio, e questo a causa di una cronica mancanza di lavoro. Naturalmente la città di Potenza e città capoluogo di regione e non può fare le proprie politiche senza un occhio alla Regione Basilicata. Quindi io chiederò certamente alla neo eletta amministrazione regionale che si faccia carico delle necessità del Comune di Potenza, attraverso l’erogazione di alcuni contributi per garantire i servizi non soltanto ai cittadini potentini ma ai cittadini di tutta la regione che quotidianamente gravitano nella nostra città.
Un parere sui due attuali candidati “sfidanti” ovvero Guarente, che è stato anche consigliere nella precedente amministrazione, ed il professor Tramutoli.
Parere assolutamente positivo su entrambi. Mario Guarente è stato un consigliere ed è un consigliere uscente di questa consigliatura ed è una persona perbene e capace. Gli faccio i miei migliori auguri. Valerio Tramutoli, che ho avuto modo pochi giorni fa di complimentarmi con lui per il bel risultato che ha fatto alle elezioni regionali, è stata una candidatura di testimonianza come a me piacciono. Ha ottenuto un risultato perché è una persona molto perbene di una famiglia che io mi onoro di conoscere e peraltro un professore universitario di alta qualità, quindi sono davvero candidati all’altezza della situazione.
Cos’è per lei Potenza?
Potenza è la mia città, è la città nella quale sono nato e che amo. La città che mi rende triste per questo momento di decadenza demografica perché i nostri giovani se ne stanno andando. E’ una città che sta gridando al paese e alla regione Basilicata un grido di aiuto. Le sorti di Potenza sono le sorti della Basilicata e noi non possiamo consentire ancora che i nostri giovani continuino ad andarsene perché se ciò continuerà ad accadere non ci sarà futuro, con tutto ciò che ne consegue.