“Perchè i fatti non sussistono”, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione inflitti all’ex assessore regionale Attilio Martorano dalla Corte di Appello di Potenza, che nell’aprile del 2018 confermò la sentenza di primo grado giunta, quest’ultima, a conclusione di un processo celebrato con rito abbreviato.
Scagionato del tutto, dunque, Martorano (nella foto di copertina di Trm) , che era stato accusato di peculato nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli, scoppiata nell’aprile 2013 che coinvolse numerosi consiglieri ed assessori regionali in carica ed ex consiglieri e assessori.
Secondo l’accusa ritenuta dalla Suprema Corte infondata, Martorano avrebbe rendicondato spese non rimborsabili perchè effettuate per motivi privati e non istituzionali.
L’impianto accusatorio non è stato condiviso dalla Cassazione che, come dicevamo, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna inflitta all’ex assessore perchè, come dicevamo , “i fatti non sussistono”.
In un posto su Facebook l’ex assessore Martorano, nel ricordare che ci sono voluti ben cinque anni per essere del tutto scagionato dall’accusa contestatagli, dice: “Sarebbe troppo facile affermare oggi che ero sicuro che sarebbe andata così.
Io ho temuto per me e per la mia famiglia. Ho temuto, e spesso avvertito, il giudizio sommario che l’odiosità della contestazione suscita naturalmente nei più.
Ho accettato in silenzio i primi due gradi di giudizio ed accolgo con altrettanta pacatezza il terzo e definitivo.
Questo scritto – conclude Martorano – vuole solo essere un segno di riconoscenza verso chi, in questi anni, ha voluto guardare oltre, cercando l’uomo, con i suoi difetti e i suoi possibili inciampi”.