L’Editoriale di Nino Cutro
C’è chi festeggia, giustamente. Chi si lecca le ferite, purtroppo. C’è chi, da analista dell’ultim’ora rimasto al balcone in attesa che la bagarre finisse, ora si lascia andare a giudizi, alcuni sarcastici che lasciano il tempo che trovano. C’è invece chi prova a fare una valutazione attenta e serena di un esito elettorale peraltro in gran parte annunciato. A questi osservatori, che con onestà culturale stanno provando ad analizzare l’esito delle urne tentiamo di far riferimento. Gli altri non ci appartengono.
Cosa è accaduto il 24 marzo scorso? Come si diceva, quello che in gran parte si prevedeva stante l’onda lunga di un vento di destra che in Basilicata ha spazzato via oltre venti anni di gestione politica del Pd e dei suoi alleati (quando ci sono stati). Vento che ha aperto le porte di via Anzio ad una nuova coalizione con in testa il generale Bardi, al quale facciamo gli auguri di poter condurre la sua squadra, e con essa l’ente Regione, verso traguardi che possano risolvere i problemi che, con il voto, molti lucani hanno detto chiaramente che sono ancora irrisolti.
Sarà una squadra nella quale entra con forza la Lega (sei consiglieri) che sarà determinante ai fini delle scelte che si andranno ad adottare in termini ambientali ed energetici. E, più in generale, in termini di sviluppo ed occupazione.
L’errore che si potrebbe fare, ma siamo certi che il Presidente Bardi non farà, e di cancellare tutto quello che finora è stato fatto ed iniziare tutto daccapo. Sarebbe un errore soprattutto perché significherebbe attendere mesi prima che la macchina politico-amministrativa si possa mettere in moto con altre due scadenze elettorali alle porte (europee e comunali a Potenza) che potrebbero ulteriormente distrarre.
A tutto questo si aggiungono i tempi tecnici per la proclamazione degli eletti e la presa in esame di qualche ricorso già preannunciato.
Insomma, per il passaggio di consegne da Franconi a Bardi passeranno alcune settimane.
Intanto, com’è prevedibile, si lavorerà alla composizione della squadra che dovrà affiancare il nuovo Presidente che, temiamo, avrà più di qualche difficoltà per accontentare un po’ tutti.
Ci pare di capire che in lista d’attesa ci sia anche qualche consigliere uscente non candidato ma tranquillo di entrare in giunta probabilmente sulla base di accordi pre elettorali.
“Farò l’assessore”, si è lasciato sfuggire Nicola Bendetto (per fare nome e cognome) nella sala stampa della Regione la sera dello spoglio.
Se l’avesse fatto il Pd si parlerebbe d’inciucio. Ora si parla semplicemente di accordi. Se dovesse essere confermato, ci si consenta di esprimere qualche perplessità.
Cosa dire del grande sconfitto, il centrosinistra? Intanto ci sorge qualche dubbio che questa ritrovata unità possa durare a lungo non foss’altro perché dalle urne sono usciti sconfitti Vito Santarsiero e Piero Lacorazza, due big del “fare un passo in dietro” (rivolto a Pittella) che, anche per una legge elettorale voluta in gran parte da loro, li lascia… in panchina.
In campo (pardon: in consiglio regionale) sono scesi Pittella, Polese, Braia, Cifarelli e il presidente candidato Trerotola: una difesa granitica per contrastare, senza falli ma correttamente, le incursioni del centravanti Bardi su assist di un centrocampo agguerrito.
Mettendo da parte il linguaggio sportivo, è da riconoscere al candidato Trerotola di aver dichiarato subito dopo il voto la piena disponibilità a collaborare per il bene della Basilicata in un ruolo di costruttiva opposizione.
Lo ha detto al Presidente Bardi al quale ha telefonato per fargli gli auguri. Un gesto che lo stesso Bardi ha apprezzato. Tra galantuomini non poteva essere diversamente.