Crescita, lavoro, coesione sociale e territoriale i cardini della proposta lanciata dai sindacati confederali. Obiettivo: superare la visione limitata del Dapef con un piano di sviluppo regionale condiviso con la società lucana.
Dopo l’ufficializzazione delle candidature sabato scorso, entra nel vivo la campagna elettorale per le elezioni regionali del 24 marzo. In vista dell’importante appuntamento elettorale, Cgil Cisl Uil hanno messo a punto un documento programmatico unitario da sottoporre ai candidati che si contenderanno la guida del massimo ente regionale. Il documento è stato presentato questa mattina in conferenza stampa, a Potenza, dai segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro. Crescita, lavoro, coesione sociale e territoriale: questi i cardini della piattaforma sindacale che riprende, aggiorna e sviluppa il lavoro di elaborazione fatto dalle segreterie regionali di Cgil Cisl Uil durante la passata legislatura.
Ora la sfida dei sindacati confederali è portare nel cuore del dibattito politico l’idea di una Basilicata che non vuole arrendersi al declino e che guarda con fiducia al futuro. “La possibile fuoriuscita da una condizione di dipendenza e di crisi strutturale, anche per i riflessi delle alterne congiunture – spiegano i sindacati nel documento – richiede più fiducia e scelte politiche efficaci per attivare un nuovo circuito virtuoso, superando una visione rigorista, sostenendo la produzione e il lavoro e immettendo la regione nei flussi delle nuove trasformazioni legate all’innovazione e al capitale sociale”.
Nel documento Cgil Cisl Uil propongono “un nuovo modello di regione più connessa ai processi di modernizzazione e ai bisogni emergenti di classi, generazioni e territori”. Per i sindacati confederali lucani “la sfida è ricostruire il ciclo di vita della programmazione, superando la limitata visione del Dapef, per arrivare alla formulazione di un vero piano di sviluppo regionalea valenza strategica, partecipato e condiviso da larghi strati della società lucana”.
Tra i punti qualificanti del documento: la netta opposizione all’attuale disegno di autonomia differenziatache “crea ulteriori lesioni ai diritti di cittadinanza e allontana il Mezzogiorno dal resto d’Italia”; il riordino della sanità regionale per correggere la “non riforma” approvata nella passata legislatura; il rilancio del tema della formazione, da articolare in filiere settoriali in grado di sostenere i processi d’innovazione. Cgil Cisl Uil chiedono anche la riapertura del negoziato con le compagnie petrolifere e la costituzione di un fondo per gli investimenti infrastrutturali e la transizione energetica, nonché lo sblocco delle opere pubblichee il rilancio dell’agenda digitale.
Per quanto riguarda Matera 2019, la priorità dei sindacati è immaginare il futuro della capitale europea della cultura attraverso la costituzione di un distretto culturale avanzato e la sottoscrizione di un contratto d’area interregionale, mentre sul capitolo delle politiche industrialile tre sigle confederali avanzano la proposta di coinvolgere i grandi gruppi presenti sul territorio, anche sfruttando l’opportunità offerta dalla Zes, per nuovi investimenti e posti di lavoro. Cgil Cisl Uil propongono, infine, un protocollo sugli appaltiper rendere concretamente esigibile la clausola socialee un grande programma di prevenzione, tutela e promozione dell’ambientee del territorio.
“È necessaria una nuova programmazione che concentri tutte le risorse pubbliche dentro una chiara visione di sviluppo a partire dalle infrastrutture, sia materiali che sociali, e dall’innovazione”. Così il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, che ha aggiunto: “C’è bisogno di grande piano occupazionale dedicato ai giovani, volto ad ammodernare la pubblica amministrazione, attraverso un concorso unico distinto per profili professionali che mettere fine agli scorrimenti di graduatoria pilotati e attivi processi fondati sulla trasparenza e meritocrazia. Il Mezzogiorno è fuori dal dibattito politico e l’autonomia differenziata romperà l’unità nazionale. Chi si candida a governare questo Paese o questa Regione non può non attivare una discussione sui diritti fondamentali quali istruzione e sanità. Se il provvedimento andrà in porto, tali diritti saranno commisurati al territorio in cui un cittadino vive. Viene meno così lo Stato nazionale, i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dal diritto di cittadinanza saranno legati alla territorialità. Ciò significa che il gettito fiscale legato al trasferimento dello Stato alle regioni non dipenderà più da un criterio proporzionale”.
“La nostra regione – ha spiegato il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella– ha tre problemi: lo spopolamento che impoverisce le aree interne; l’invecchiamento della popolazione che mette sotto stress il sistema socio-assistenziale; l’emigrazione giovanile che sottrae capitale umano qualificato allo sviluppo. Sono questioni epocali che non possono essere affrontate con la logica della contrapposizione frontale o coltivando il mito dell’autosufficienza della politica ma coinvolgendo tutte le forze vive della società lucana su un grande progetto di riscatto che metta al centro gli interessi dei lucani. Con questo documento proponiamo alla classe politica e alle forze sociali una traccia ma anche un metodo di lavoro per condividere i problemi e trovare le più ampie convergenze sulle soluzioni. Questo per noi significa – conclude il numero uno della Cisl – lavorare per fare della nostra regione un eco-sistema in grado di attrarre investimenti e creare occupazione in settori innovativi e sostenibili e, allo stesso tempo, mettere in campo misure concrete per la coesione sociale e territoriale”.
“Non abbiamo l’ambizione di sostituirci alla politica – ha precisato il segretario generale della Uil Basilicata, Carmine Vaccaro– ma puntiamo ad elevare il livello di discussione e confronto da parte di quanti si candidano a governare la Regione. La prossima sarà una legislatura particolarmente complicata dalla quale lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani e donne attendono risposte non più rinviabili per le proprie condizioni di vita. Sull’autonomia differenziata abbiamo tanto da dire specie in materia di impiego delle risorse naturali che devono pesare al tavolo con il governo, rilanciando la nostra idea di Fondo sovrano. È evidente che ci sarà bisogno di un radicale cambiamento di metodo e merito. Con questo non dico che la precedente stagione abbia rappresentato solo negatività. Anzi, come dimostra il Rmi, la ‘piccola rivoluzione’ del comparto forestale, la soluzione di alcune vertenze, ci sono stati anche fatti positivi. È mancata però la traduzione in azioni concrete dei tanti progetti e programmi discussi e condivisi ai tavoli in Regione”, ha concluso il segretario della Uil.