Con la candidatura di Carolo Trerotola alla guida del centrosinistra si compone definitivamente il quadro per le prossime elezioni regionali in Basilicata. Tre i principali contendenti alla successione di Marcello Pittella: il Generale Vito Bardi, candidato da Silvio Berlusconi in accordo con gli altri leader del centrodestra; Antonio Mattia, per il Movimento 5 Stelle; il farmacista Carlo Trerotola, a guida di tutto il centrosinistra lucano.
Tre uomini (è ancora un’utopia lontana la leadership femminile?), tre profili lontani dalla politica, tre esponenti di mondi diversi e con diverse esperienze alle spalle. Questi elementi ci suggeriscono che non sarà una campagna elettorale così come sia abituati a vedere, e che, dopo anni di appelli, la società civile, il totem ed il feticcio della Terza Repubblica, diventa protagonista della scena politica scendendo in campo in prima persona.
Sbaglia chi vede così una sconfitta della politica: è il segno del superamento dell’autoreferenzialità delle classi dirigenti dei partiti e di un’apertura, reale, al contributo di passioni e visioni maturate in altri settori e che possono contribuire alla costruzione di un futuro possibile per la Basilicata. Gli elettori sceglieranno quale sarà la proposta politica e programmatica più convincente, ma è chiaro che il tema del rinnovamento, così tanto predicato, è stato finalmente praticato.
Altro punto d’interesse è come sarà strutturata la campagna elettorale soprattutto dei candidati della sinistra e della destra. Da un lato, a destra, l’autorevolezza di un servitore dello Stato che, per usare le parole di Berlusconi, “ha fatto una splendida carriera nel nostro esercito”. Dall’altro lato, a sinistra, un noto farmacista potentino e persona dalle qualità umane indiscusse, tanto da farne l’ideale candidato dal profilo popolare positivamente connesso con i sentimenti della gente comune.
Poco, se non nulla, contano le rispettive storie politiche familiari, perché il giudizio dovrà essere dato sulla base dei programmi che i candidati proporranno ai lucani. Programmi, visioni a lungo respiro, messaggi, azioni.
Sui social network in queste ore la solita bolla sta discutendo, e sentenziando come sempre con la clava e senza argomenti, su possibili retroscena e improbabili retropensieri: esercizio inutile legato più all’impiego del tempo libero – evidentemente tanto – che all’analisi dello scenario, a quello delle proposte e delle idee progettuali. Ma è anche vero che sui social network c’è oggi tutto il sentimento del paese reale, al quale la politica non può più guardare con disprezzo ma nemmeno può continuare a coccolare con la propaganda populista à la carte. In questi ultimi anni si è fatta strada una certa idea della politica, secondo la quale non è importante ciò che si dice ma la popolarità che si riesce a raggiungere con quella dichiarazione, post o tweet che sia. Su queste onde sono in tanti a surfare alla ricerca spasmodica e costante della popolarità e dell’apprezzamento delle masse. L’obiettivo è la popolarità ad ogni costo, senza pensare troppo alle conseguenze che le parole possono generare. La politica a responsabilità limitata è esattamente quella in cui profili del genere passano per statisti e visionari, leader in grado di guidare governi e destini collettivi. C’è molto lavoro da fare, ancora, per ristabilire il primato della buona politica e per restituire dignità ad uno dei settori della vita pubblica più importanti. Ogni volta che ci confrontiamo con questo tema, tornano sempre in mente le parole di Arbasino mutuate da Berselli.
«In Italia c’è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di “brillante promessa” a quella di “solito stronzo”. Soltanto a pochi fortunati l’età concede poi di accedere alla dignità di “venerato maestro”»
Queste elezioni regionali rappresentano uno spartiacque per la politica lucana e sono, come spesso è accaduto da queste parti, un laboratorio politico nazionale che può dire molto sulla tenuta del governo gialloverde e sull’opposizione del fronte democratico e riformista che si ritrova, anche in Basilicata, unito dopo la clamorosa sconfitta del 4 marzo. I prossimi giorni ci diranno molto di cosa sarà questa sfida elettorale, dei tre poli che si contendono la successione a Marcello Pittella, e di cosa sarà la Basilicata dei prossimi anni.