Vogliamo essere molto chiari ed esprimere la nostra assoluta contrarietà alla creazione di un contesto in cui ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B, espressamente vietato dalla Costituzione. Il Movimento 5 Stelle è favorevole a un processo di autonomia soltanto a patto che questo sia solidale e cooperativo. Il trasferimento di funzioni non può e non deve essere un modo per sbilanciare l’erogazione di servizi essenziali a favore delle regioni più ricche.
Ogni percorso di autonomia non può prescindere dalla prioritaria individuazione dei LEP (livelli essenziali di prestazione) per garantire servizi essenziali in misura uguale a tutti i cittadini, in qualsiasi regione essi vivano. Una volta individuati i LEP, si può procedere a calcolare i fabbisogni standard, senza legarli alla capacità fiscale delle regioni.
La mancata determinazione dei LEP renderebbe impossibile per lo Stato esercitare, come prevede l’art. 120 della costituzione, quei poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali inadempienti, in particolare nel caso di mancato rispetto dei livelli essenziali indicati per l’istruzione, la tutela dell’ambiente, la sicurezza del lavoro.
Inoltre, è fondamentale il corretto conteggio dei fabbisogni standard, i quali vanno affidati a un organismo già esistente e funzionante, la commissione tecnica fabbisogni standard, anche per evitare un moltiplicarsi di commissioni e di parametri una volta che il processo di autonomia differenziata sarà intrapreso da altre regioni.
Non accetteremo che le decisioni sulle autonomie siano prese da una commissione paritetica Governo-Regioni interessate, nonostante il provvedimento abbia effetti sull’intero Paese.
Il conteggio dei fabbisogni, per funzionare, si deve basare sulle oggettive esigenze di un territorio e di una popolazione, senza introdurre elementi in contrasto con la carta costituzionale, come l’attribuzione di maggiori fabbisogni dove c’è maggiore gettito fiscale. Altrimenti non si capisce perché non si proponga altresì di “regionalizzare” anche il debito pubblico italiano, facendolo “pagare” in proporzione alla ricchezza prodotta da ciascuna regione e alla residenza territoriale dei possessori dei titoli di Stato.
Come ribadito anche dal Presidente della Camera, Roberto Fico, esigiamo che il Parlamento mantenga un ruolo centrale nella valutazione delle legge che recepisce le intese, con la possibilità, se necessario, di emendarle e modificarle.