Si è venerdì 15 febbraio presso l’aula quadrifoglio dell’Università di Basilicata di Potenza la Lectio Magistralis del fondatore di Emergency Gino Strada, dal titolo “pratiche di pace e diritti umani”. In un’aula piena di studenti dell’ateneo e di giovani provenienti dai diversi istituti superiori della regione l’intervento del dott. Strada è stato preceduto da un saluto della rettrice Aurelia Sole – collegata via skype -, che ha ricordato la laurea honoris causa conferita a Strada nel 2004, celebrando l’importanza della scuola e dell’università quale luogo “dove si fonda il pensiero libero”.
Le parole di Gino Strada sono state altresì precedute dal quelle del prof. Enrico Di Salvo, ordinario della cattedra di chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli nonché fondatore della onlus “sorridi konou konou Africa” https://www.sorridiafrica.org, che parlando dell’amico Strada ha affermato che “Gino ha dato in permuta la propria esistenza in favore di altre vite”.
L’intervento del dott. Strada è iniziato con l’affermazione di voler rendere informale una lezione che dal nome – lectio magistralis -, avrebbe destato timore in qualsiasi relatore. “Voglio descrivere la mia esperienza come si farebbe tra amici, partendo dalle origini, ancor prima della nascita di Emergency”.
Tra i ricordi di un giovane Gino Strada alle prese con la sua prima esperienza nell’ambito umanitario e con la dura presa di coscienza di quanto la guerra uccida soprattutto i civili, il pensiero di Strada si sofferma su come la stessa guerra possa esprimere il suo lato peggiore e maggiormente surreale nella morte di bambini.
Proprio i bambini vittime primarie delle mine anti uomo, i così detti pappagalli verdi che “non uccidono i sodati che sanno riconoscerle ma mutilano i bambini”.
L’evoluzione della lectio ha portato all’analisi dei diritti umani e della loro fondamentale importanza ricordando che il diritto ad essere curati è universale così come il contenitore di questo diritto. Da qui l’impegno di Emergency di creare strutture ospedaliere all’avanguardia anche in zone di guerra perché “la medicina non può discriminare, abbiamo rinunciato ad andare nel terzo mondo a portare medicina del terzo mondo.”
Non è mancata una critica alla politica internazionale, comunitaria e nazionale, rappresentando la paura che la deriva politica attuale possa rievocare quanto accaduto ormai 100 anni fa circa.
Speranza e solidarietà sono stati però i messaggi lanciati dal dott. Strada, valori necessari e che devono essere ricordati e riaffermati soprattutto quando ad ascoltarle sono giovani che hanno dimostrato con il loro silenzio e con la loro attenzione una partecipazione sensazionale.
Che il messaggio di pace possa arrivare chiaro alle orecchie delle nove generazioni prendendo spunto da chi ha dedicato la propria esistenza a “coltivare politiche di pace”.
Di seguito l’intervista a Gino Strada