“Qualche parola in più oggi ci vuole…la sento dentro, nel cuore. Come si fa a non restare sconvolti da quello che ho visto ieri (NDR) a #Matera? Si, ieri mi sono sentito in un altro mondo, quasi come se non fosse il nostro, non fosse la #Basilicata che non conosciamo e che troppo spesso mortificandoci ci raccontiamo o peggio subiamo nelle narrazioni artate di altri”.
Lo scrive in un post Mario Polese, segretario del Partito Democratico delle Basilicata.
Continua Polese: “Un po’ come quando vai ad Amsterdam e resti affascinato pensando che il tuo paese non potrà mai essere così. Se provassi a scrivere di routine la racconterei come la fiamma di una speranza che può accendersi in ogni luogo. Ma non è così. Non è solo l’orgoglio lucano, non è quello che sinteticamente si può definire come un “virtuoso incontro tra geniali proposte dei cittadini e ottime decisioni della politica”. Le nostre decisioni, quelle che sono da rivendicare con il giusto piglio d’entusiasmo, disarmando la spada della vergogna di chi brandisce luoghi comuni tentando con falso moralismo d’accatto di confondere per delegittimare. Ma non è tutto questo o solo questo. Matera ieri non è stata una speranza. È stata una certezza. Assoluta e vera, l’essenza propria del cambiamento. Ieri Matera è stato il cambiamento della Basilicata, l’epilogo di un percorso lungo, entusiasmante, che ha visto tutti sentire nelle vene l’appartenenza non solo ad una comunità, ma ad un sogno, immanente nelle coscienze di tutti. Realizzato. Matera è stata capitale della cultura davvero. Punto di arrivo e non di partenza. Non si parte da Matera per la riscossa del #Sud. Matera è la bandiera alzata, il vessillo che sventola, è dire tutti in coro ce l’abbiamo fatta. Si, ce l’abbiamo fatta! Matera e’ il sorriso di tutti quelli che erano lì, anche solo con il cuore, sindaci e cittadini, materani e potentini, australiani ed africani e si sentivano in una dimensione diversa, in una città del mondo, un po’ propria e un po’ dell’altro che ti sta accanto. Ma anche gli occhi lucidi di Marcello che con umiltà ha battuto il demone dell’uomo estraneo a se stesso in un contesto che ha contribuito a determinare e che conoscendolo credo ieri abbia temuto, come quando vai ad un primo appuntamento con il nodo in gola dell’incertezza. Matera è l’armoniosa sommatoria dei tanti destini di ogni luogo protesi a celebrare una svolta. Ecco, Matera è svolta. Contro la rozzezza di chi specula sulle paure, delle volgarità urlate nelle piazze, delle liste di proscrizione, degli abbandoni in mare, dei meno siamo meglio stiamo e di tutti quei luoghi comuni che negli ultimi tempi provano a mortificare la vera essenza di noi lucani, meridionali, italiani”.
E conclude: “Noi siamo altro e se ieri questo sogno lo abbiamo realizzato, vuol dire che tutto ciò che desideriamo può accadere davvero…ed io ci credo, oggi più che mai. Viva l’umanità, viva”. Mario, cittadino del mondo