Si è svolto oggi, sabato 12 gennaio, nella Sala dei Medici Illustri, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Potenza, nel capoluogo, un convegno sul tema della “Medicina delle Migrazioni”. L’evento, promosso e organizzato dall’Ordine provinciale dei Medici, presieduto dal dottor Rocco Paternò, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Basilicata, presieduto dalla dottoressa Luisa Langone, rientra nelle attività di formazione annuali della Commissione sulla Medicina delle Migrazioni, istituita dall’Ordine dei Medici lo scorso anno.
“L’obiettivo – ha spiegato il dr. Rocco Paternò – è stato quello di implementare le competenze sulle caratteristiche dei fenomeni migratori, di porre in essere l’analisi di fattispecie sulla realtà della Basilicata, di profilare l’assistenza del paziente straniero, rispetto allo status giuridico e di rappresentare clinicamente le principali patologie. Noi medici abbiamo dei precisi obblighi di natura scientifica, ma anche e soprattutto sociale verso i bisognosi, tutti, e quindi verso i migranti, tenendo conto del momento storico che stiamo vivendo”.
La giornata di studi è stata suddivisa in tre sessioni di lavoro, e in particolare si è discusso de “Il fenomeno migratorio”, di “Immigrazione e Salute” e infine de “Il medico e il paziente immigrato”. Hanno presieduto, tra gli altri, il dr. Lofrano, Presidente SIMG Potenza, il dott. Simonetti, Presidente del Coordinamento Regionale Migranti e Rifugiati, il dr. Pennacchio e Don Marcello Cozzi.
Così la dott.ssa Luisa Langone: “Il fenomeno migratorio appare come complesso e si presta a molteplici chiavi di lettura; da un punto di vista psicologico, è importante prendere in considerazione due aspetti, l’adattamento e l’integrazione. Per adattamento, intendiamo quel processo biologico e psicologico attraverso cui un individuo o un gruppo si adegua all’ambiente, tramite l’assimilazione e l’accomodamento, interiorizzandone le caratteristiche. Qualora tale processo non risulti possibile, anche le possibilità di integrazione sono compromesse; le cause che possono portare a queste difficoltà sono varie e in questa sede assumono particolare rilevanza, tutti gli aspetti psico-patologici individuali che sono diversi, da cultura a cultura, e che bisogna conoscere per curare meglio le persone che a noi si affidano. E noi, come operatori della salute, siamo chiamati a prevenire forme individuali di disagio fisico e psicologico, promuovendo benessere e sviluppando integrazione”.