Anche la Regione Basilicata ricorrerà alla Corte costituzionale contro il cosiddetto “Decreto sicurezza”. La ha deciso la giunta regionale con propria delibera. La notizia è stata accolta favorevolmente da Pietro Simonetti del Coordinamento Politiche Migranti e Rifugiati /Regione Basilicata. “La decisione della Giunta Regionale di Basilicata di procedere, come hanno annunciato la maggioranza delle Regioni Italiane, ad incardinare il ricorso alla Corte Costituzionale sulle nuove norme su immigrazione e sicurezza rappresenta – sostiene Simonetti – il naturale sbocco per l’attuazione di alcune norme della Costituzione del nostro Paese”. “Si tratta di difendere gli elementi essenziali dei diritti di uomini e donne che non possono essere esclusi dal lavoro, dai servizi, dai doveri e dalle funzioni di partecipazioni alla vita democratica fortemente limitate o escluse da molte norme introdotte nella nuova legge. La necessità di regolare i flussi della mobilita’ di persone che scappano dalle guerre, dalla violenza e dalla miseria – prosegue Simonetti – deve essere compatibile con l’esercizio dei diritti costituzionali e della pratica della inclusione e della integrazione”. “In questo quadro – sostiene – diventa necessario anche ripristinare i decreti flussi per motivi di lavoro da tempo non utilizzati per un giusto programma di ingresso per ragioni di lavoro, tenendo conto anche delle esigenze dei territorio e della domanda del sistema delle imprese”. “La decisione odierna, attentamente meditata e ragionata – conclude Simonetti – risponde anche alle richieste dei Comuni, delle parti sociali, delle forze culturali e del volontariato e’accompagna alle attività in atto per consolidare l’accoglienza diffusa e la lotta al caporalato e per l’inclusione. Pratica apprezzata a livello nazionale e nella UE”.
Decreto sicurezza: la Regione Basilicata ricorre alla Corte Costituzionale
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