“Per quanto ci si sforzi in queste ore non si riesce a comprendere fino in fondo la decisione del Tribunale del Riesame di Potenza”.
Così il consigliere e segretario regionale Mario Polese (nella foto di copertina) e i segretari provinciali di Potenza e Matera del Partito Democratico Maura Locantore e Claudio Scarnato sulla conferma del Riesame del capoluogo lucano del divieto di dimora a Potenza a carico del presidente della Regione, Marcello Pittella.
“Il giudizio della Suprema Corte sull’operato dello stesso Riesame espresso dagli ermellini poco più di due settimane fa esigeva a nostro avviso – continuano i dirigenti del Pd lucano – una maggiore serenità di giudizio, scevra da valutazioni di carattere moralistico in assenza di gravi indizi di colpevolezza che giustifichino le esigenze cautelari, così come riportano fedelmente le motivazioni della stessa Cassazione”.
“Oltre alla profonda solidarietà che esprimiamo a Marcello, all’uomo prima che al Governatore della Basilicata – proseguono Polese, Locantore e Scarnato – siamo convinti che la politica debba rimanere in ogni caso distinta dal potere della magistratura; noi siamo quelli che le sentenze le rispettano sempre, ma in questa vicenda appare incontrovertibile che vi siano quantomeno giudizi che a vari livelli confliggono tra loro”.
“Ovviamente come Partito democratico – aggiungono i tre segretari – proseguiamo il nostro percorso di avvicinamento alle elezioni regionali con la ferma convinzione che solo la politica possa determinare gli opportuni processi decisionali, come ben dimostra il documento approvato nella scorsa assemblea regionale, nell’interesse della comunità lucana.
Ci auguriamo che almeno in una fase delicata come questa il Partito democratico lucano dimostri la propria maturità, coesione e coerenza con i principi etici di un grande partito riformista e garantista”.
“Per il resto pare anche superfluo – concludono Polese, Locantore e Scarnato – dover rispondere a chi evidentemente, pur dinanzi a vicende così lesive delle persone trova ancora motivi di distinguo che poco hanno a che vedere con l’etica e la morale della buona prassi politica.
E’ il tempo di recuperare misura, integrità e serietà, senza continuare a guardare solo al proprio ombelico per meri interessi personali”.