San Giuseppe, la Madonna e Gesù bambino al centro di piazza “Prefettura”. È il presepe realizzato dalle madri e dalle educatrici delle Canossiane di Potenza. Lo si può ammirare davanti l’ingresso dell’asilo a Santa Maria.
Un’idea originale che nasce dal progetto educativo che la scuola dell’infanzia ha lanciato quest’anno, “Piccoli cittadini crescono”, che intende avvicinare i bambini, attraverso l’esplorazione diretta dell’ambiente, alla conoscenza della città dove vivono, della sua storia, delle sue caratteristiche, per aiutare loro a compiere quell’importante cammino che trasforma gli “abitanti” in “cittadini”.
E questa è la poesia che tutti i piccini hanno imparato e recitato davanti i propri genitori, nonni, zii e parenti la sera della Vigilia.
A Natale la mia città è proprio bella in verità!
Se la guardo con attenzione scopro tanta trasformazione.
Il suo “vestitino” ha cambiato ed io ne sono affascinato.
Ci sono tante luci colorate e le strade affollate.
Gli edifici illuminati e i negozi addobbati.
Cara mamma e caro papà fermatevi un momentino
e ascoltatemi un pochettino.
Natale è arrivato e tanta gioia ha portato.
C’è un bambinello che ci aspetta già nella nostra bella città.
Gesù bambino è nato! Vorrei dargli un bel bacino vorrei dirgli:
“per favore fa che il mondo sia migliore”.
Una poesia semplice ma ricca di significato. Una lezione sulla bellezza e sul saperla riconoscere o ricercare anche quando è nascosta dietro un “vestitino” un po’ troppo lungo, storto, sgualcito, inadeguato. Imparare questo da bambini, è un passo importantissimo per raggiungere uno degli obiettivi del progetto educativo: trasformarsi da “abitanti” in “cittadini”. Perché un “cittadino” è in primis un individuo affezionato alla propria città che, prima di giudicare le “bruttezze” del luogo in cui vive, si sforza, nel suo piccolo e nelle sue possibilità, a renderla meno brutta.
A proposito…
È brutto. È storto. È troppo alto. Si, ma già c’era. Spostiamolo. In piazza. No, in mezzo alla rotonda. Troppe luci. Sono messe male. È brutto. Brutto. È tardi. Troppo tardi. È brutto. Addobbato male. Malissimo. Brutto. È troppo alto. È storto. Troppo luminoso. È brutto. Molto brutto. Inadeguato. Brutto. È storto. È brutto. È brutto. È brutto. È brutto. È brutto. È brutto. È b-r-u-t-t-o. È molto brutto. Brutto. È storto. È tardi. È brutto. Brutto. Bruttissimo. Brutto. Brutto. È brutto.
Sono questi solo alcuni dei commenti che gli “abitanti” di Potenza hanno indirizzato all’albero di Natale che lo scorso 21 dicembre è stato addobbato in piazza Matteotti, davanti al Comune, nel centro storico del capoluogo lucano.
Senza voler togliere a nessuno il proprio diritto di critica ed essendo anche d’accordo sul giudizio estetico (se analizzato dal punto di vista del mancato rispetto della sezione aurea), è forse troppo esagerato scagliarsi con così tanta negatività su un qualcosa di comunque emozionale come può essere un semplice albero di Natale. Un bambino, vedendolo tutto illuminato dalle oltre 35.000 luci, non direbbe mai: “È storto”. Lo guarderebbe ammaliato, incantato, ipnotizzato ed emozionato più per il valore intrinseco che rappresenta che per il semplice lato estetico. Proviamo quindi, almeno in questi casi, a guardare la nostra città con gli occhi di un bambino e il cuore di un “cittadino”. E proviamo a farlo pensando a loro, ai bambini. A quello che lasceremo loro e a quello che possiamo insegnare loro perché un mondo un po’ migliore si costruisce rendendo la propria città un po’ migliore.