“Non emergono gravi indizi di colpevolezza, che giustifichino esigenze cautelari a carico di Marcello Pittella”. Dunque: Pittella non doveva essere arrestato.
E’ quanto hanno scritto – lo ricordiamo – i giudici della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dei legali di Pittella, e rinviando al Tribunale del Riesame, che oggi, giovedì 27 dicembre, torna a riunirsi, per esprimersi sull’insussistenza (a detta dei giudizi della Suprema Corte) dei motivi in base ai quali sono stati adottati i provvedimenti restrittivi nei confronti Pittella.
Basterebbe questo per chiedersi: perché Pittella è stato arrestato? Perché è stato costretto a rimanere “prigioniero” in casa per tre mesi se non vi erano i motivi? Perchè ancora oggi non può tornare a pieno titolo in via Verrastro, rimanendo valido il divieto di dimora a Potenza confermato dal Gip di Matera, Rosa Nettis.
Confermato perché il magistrato ha ritenuto “ininfluente” quanto affermato dalla Cassazione che pure parla di “omessa motivazione sulla scelta del Gip di ancorare il giudizio di pericolosità alla probabile candidatura di Pittella alle future elezioni regionali”.
“Si tratta con evidenza – precisa ancora la Corte – di uno sconfinamento dei parametri legali che non possono spingersi fino alla possibilità di ritenere adeguata una misura cautelare per comprimere l’esercizio del diritto costituzionale di elettorato passivo”.
Che tutto questo sia “ininfluente” ci fa sorgere qualche dubbio, pur nel pieno rispetto delle decisioni del Gip.
Dunque, il Tribunale del Riesame, in diversa composizione, è chiamato oggi a pronunciarsi sull’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, che hanno giustificato le esigenze cautelari a carico di Marcello Pittella, per il rischio, come ha scritto nella motivazione il Gip, che il reato potrebbe essere reiterato soltanto perchè l’ex Governatore (tale perchè per la legge Severini è sospeso dall’incarico) aveva espresso l’intenzione di candidarsi.
Un’ingerenza della magistratura nella politica? A leggere le motivazioni della Cassazione non è da escludere, ravvisando, a nostro giudizio, un accanimento giudiziario nei confronti dell’imputato che potrebbe essere oggetto di valutazione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Ma restiamo alla cronaca di questi giorni, alla riunione di stamane del Tribunale del Riesame.
E’ uno snodo importante nella complessa vicenda giudiziaria che coinvolge dal 6 luglio scorso Marcello Pittella, quando, nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità condotta dalla Guardia di Finanza e coordinate dal pm Salvatore Colella (nominato nei giorni scorsi consigliere giuridico del ministro Savona – n.d.r.), nei suoi confronti furono disposti gli arresti domiciliari, revocati il 24 settembre scorso, pur lasciando valido il divieto di dimora a Potenza.
Come si pronuncerà il Tribunale del Riesame sui rilievi dei giudici della Quinta Sezione Penale della Cassazione lo sapremo a breve.