Rendere ancora più sicura l’acqua di rubinetto, attraverso un sistema di controlli preventivi che si prendano cura dell’intera filiera, dal punto di captazione alla consegna finale.
E’ l’obiettivo che Acquedotto Lucano si è prefissato attraverso lo sviluppo di un Piano di sicurezza dell’acqua basato sull’analisi del rischio orientata alla prevenzione e al controllo nella filiera idro-potabile.
A tale scopo, Aql e l’Istituto Superiore di Sanità hanno sottoscritto un accordo di collaborazione finalizzato, tra l’altro, alla elaborazione del Piano di sicurezza dell’acqua per gli schemi idrici Sinni-Montalbano, Agri-Basento e Vulture-Melfese. Nel 2004 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto i “Water Safety Plans” (Piani di Sicurezza dell’acqua – PSA).
L’accordo prevede l’aggiornamento dei controlli di qualità delle acque destinate al consumo umano con un modello basato su un sistema globale: più prelievi e parametri, mappatura dei rischi e tecnologie innovative per garantire, oltre alle già assicurate caratteristiche di puntualità, accuratezza e continuità, anche l’assoluta specificità della mappatura e della valutazione degli eventuali pericoli, calibrata sulle peculiarità della risorsa del territorio.
“Da sempre – spiega l’amministratore unico, Giandomenico Marchese – Acquedotto Lucano pone la massima attenzione alla sicurezza dei controlli e alla qualità dell’approvvigionamento idrico.
L’acqua ad uso potabile viene controllata con le modalità previste dal D.Lgs 31/2001 e s.m.i. che stabilisce i punti di prelievo, i parametri da determinare e i limiti di qualità. Occorre, tuttavia, rafforzare il sistema dei controlli, oltre che per ottemperare agli obblighi di legge anche per rispondere alla domanda sempre crescente dell’opinione pubblica di informazioni sulla salute e sull’uso sostenibile della risorsa.
“Creare un Piano di Sicurezza dell’Acqua – prosegue Marchese – significa investire fortemente in innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo della conoscenza. Significa, altresì, prevedere misure di mitigazione del rischio la cui applicazione garantirà maggiore tutela della sicurezza della popolazione”.
Il Piano si svilupperà in due fasi: dopo una preliminare descrizione dei sistemi idrici e di condivisione delle conoscenze tecnico-scientifiche, il team di specialisti sarà impegnato nell’identificazione di ogni eventuale evento pericoloso, valutazione del rischio e individuazione di piani di azione per passare, successivamente, alla definizione di misure di controllo e alla verifica dell’efficacia dei piani e delle procedure attuate.