Scrivere per non dimenticare le storie della propria vita, personali, vissute, nate dagli incontri, ascoltate, con un titolo che è un omaggio ai grandi miti letterari che accompagnano l’autore sin dall’adolescenza.
“I grandi scrittori non mangiano” è l’opera di esordio di Donato Montesano, giovane scrittore di Tricarico, componente di uno studio di architettura e laboratorio multidisciplinare, che venerdì 9 novembre ha presentato i suoi racconti da Crusco’s, a Potenza.
All’incontro, scandito dalle letture di Giusy Mazzone, ha dialogato con l’autore Giuditta Casale, blogger di libri, ed è intervenuto Pancrazio Toscano.
Il volume, edito da Eretica Edizioni, con un’introduzione di Antonio Infantino, raccoglie un serie di racconti scritti nel tempo dall’autore, storie nate dalle proprie esperienze di vita che accrescono ogni giorno, dagli incontri con amici e maestri che hanno incrociato il suo percorso, ispirate dalle letture giovanili di alcuni dei più importanti scrittori della letteratura mondiale.
John Fante, Charles Bukowski, Louis-Ferdinand Céline sono alcuni dei grandi personaggi accomunati non solo dalla genialità artistica ma anche dall’aver vissuto le ristrettezze economiche che nei secoli, molto spesso, hanno caratterizzato e forse ancora oggi caratterizzano, l’esistenza di intellettuali e scrittori e che hanno offerto lo spunto per il titolo dell’opera di Montesano.
“Nel libro c’è un po’ di me, un po’ delle storie che ho visto durante la mia vita, le storie dei miei amici, le storie che mi raccontavano, che vedevo, che ascoltavo – spiega Montesano – Ci sono spunti anche dalle mie passioni, dai libri che leggevo, dai film che vedevo, dalla musica che ascoltavo”.
Con il linguaggio lineare della realtà, caratterizzato dall’oralità del dialogo, e con la capacità di far cambiare ritmo alla narrazione in una scrittura senza limiti, l’autore racconta una quotidianità mai banale ma ricca di tutti quei dettagli che opportunamente osservati e descritti aggiungono gusto ad una interessante lettura.
Tricarico, la terra di origine, le radici e il legame col passato da non dimenticare, la lezione dei maestri, la memoria, la morte (presa in giro) sono alcuni dei temi cha affiorano dalle pagine de “I grandi scrittori non mangiano”, in un insieme di storie che si aprono a molteplici interpretazioni.
Ma come è nata l’idea di scrivere un libro?
“A diciotto anni decisi di partecipare ad un concorso letterario per capire se le cose che scrivevo valevano qualcosa, mi serviva proprio come banco di prova – racconta Montesano – Ho visto che le prime cose che ho scritto e i concorsi a cui ho partecipato sono andati bene quindi è stato uno stimolo per me ad andare avanti e scrivere sempre di più. Questi racconti sono un po’ la raccolta di queste storie con cui partecipavo ai concorsi. Una di queste storie, che è la colonna vertebrale di tutto il libro, ha vinto il concorso “Giovane Holden” e questo è stato per me lo stimolo più grande a voler comporre un libro. Raccogliere queste storie e aggiungerne di nuove”.
Un libro, dunque, nato dall’idea di condividere le proprie storie, frutto dell’esperienza di vita, diversa, importante e maestra per ognuno di noi, come ci ha detto l’autore:
“La vita di ognuno è particolare, diventa interessante farne delle storie. Ogni scelta che si fa, ogni errore che si fa si paga, però non sempre questa è una cosa negativa. Molte volte, come nel mio caso, questo è uno stimolo a fare cose migliori per la tua vita. Imparare dalle esperienze, soprattutto da quelle negative e mettere la propria vita sempre in gioco”.