La febbre o piressia è un segno clinico. Si definisce come uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamico e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale. Si distingue dall’ipertermia che invece è uno stato dovuto a fattori esogeni che comporta l’aumento della temperatura corporea senza variazione della attività di termoregolazione. La febbre può essere indotta da numerosi processi patologici innescati da stimoli endogeni o esogeni.
Questa è la definizione tecnica della “febbre”. In realtà quello che sta accadendo a gran parte dei tifosi potentini in vista del primo derby di Campionato in Serie C, non si discosta di molto, almeno per quel che riguarda i sintomi, dalla patologia su indicata.
Sullo stato patologico temporaneo…beh che lo sia ce lo auguriamo tutti ma soprattutto i residenti di viale Marconi che in questi giorni è stata completamente invasa da file chilometriche di persone, sin dalle prime ore della mattina, per l’acquisto dell’ambito tagliando. Anche perché, con tutto il rispetto per la passione che lo sport più bello del mondo riesce a far scaturire nei tifosi, assistere ad una stagione intera fatta di attese spasmodiche, file infinite e prelazioni varie sarebbe da cure psicofarmacologiche.
Circa “l’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamico ed alla conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale”, possiamo essere certi che più ci si avvicinerà a sabato 17 novembre e più la temperatura salirà esponenzialmente e talmente tanto che non basterebbe tutto il paracetamolo cantato da Calcutta per farla scendere anche di mezzo grado.
Sulle cause di questa malattia: “le stesse sono ravvisate in processi patologici innescati da stimoli endogeni” (che hanno origine interna, ovvero quando si gioca in casa) “o esogeni“ (che proviene o nasce da fuori, per quello si aspetterà il girone di ritorno).
Il processo patologico innescato deriva senz’altro dal sempre verde campanilismo, che ci auguriamo si concretizzi nei soli sfottò di benvenuto, magari corredati da qualche divertente striscione o dalla solita coreografia mozzafiato della curva ovest del Viviani che, per inciso, si attende con apprensione per restare poi sicuramente più che stupiti.
Ma questa volta, il già citato processo patologico, deriva dal fatto che il neopromosso Potenza, raggiunti i cugini materani in C, si sta comportando da grande mentre il Matera, alle porte del 2019, naviga in acque profonde di classifica a causa delle note vicissitudini societarie.
Dunque, dottore, ricostruiamo il quadro diagnostico sintomo per sintomo: attesa spasmodica con casi di perdita del sonno, temperatura corporea in costante aumento, attese ai botteghini con annessi interventi prefettizi per riportare l’ordine (soprattutto relativo alla vendita dei biglietti), strisce di risultati positivi che fa ben sperare, rivali non al top della condizione e con la testa non completamente libera ed una maledetta voglia di esserci e di partecipare!
Sembra trascorso un secolo da quando, meno di due anni fa, 200 spettatori erano numeri grandiosi in uno stadio sempre deserto e quando i campi di promozione erano troppo fangosi e sconnessi per essere calcati dal Potenza.
E allora dottore prescriva al più presto qualche medicina perché la gente vuole guarire, perché i potentini “non stanno bene” in vista di questo derby. È periodo di vaccini, mi dica qual è il più appropriato e ci saranno file anche all’ASL. Dottore se è possibile mi dia un farmaco che non faccia contrasto con l’alcool perché, in tutta onestà, credo che qualche birretta verrà consumata.
Dottore ma a pensarci bene…ma perché guarire? Non è che la diagnosi è stata sbagliata?
Il rossore in viso non è dovuto alla temperatura che sale ma al sangue che ribolle nelle vene. È il cuore che in autonomia pompa più sangue del dovuto a causa delle endorfine che il cervello produce in quantità sopra la media. Dottore mi scusi ma credo che c’è stata una colossale incomprensione.
Non c’è nessuna malattia, è semplicemente amore!
Pertanto Potenza ama, godi, incazzati, fai la fila, commenta, prevedi, respira, scommetti, fai la formazione, cambiala, rimetti quella di prima, chiama l’amico di un amico che conosce un amico che ha un contatto con il Potenza Calcio per trovare un biglietto, respira i profumi dell’attesa, prenditi un caffè da Vito, conserva i ricordi di questi momenti, vivi le emozioni date dell’adrenalina e preparati! Perché questa partita durerà sul campo 90 minuti ma a per te, Potenza, durerà una vita, nella tua memoria.