Su iniziativa del Consiglio Regionale della Basilicata e dell’Associazione Genitori di Basilicata (Age) presentato nell’aula magna della Università degli Studi della Basilicata progetto “Gioca, Ascolta, Previeni. Vincere la ludopatia è un gioco da ragazzi”.
La manifestazione è stata organizzata nell’ambito del progetto “Percorso di cittadinanza attiva” del Consiglio regionale della Basilicata, all’interno dell’iniziativa “Educare alla legalità – con attenzione alle conseguenze delle dipendenze, gioco d’azzardo in primis”.
“Come Consiglio regionale – ha detto il consigliere regionale Francesco Mollica intervenuto all’incontro – abbiamo inteso mettere in campo il progetto per la prevenzione e la lotta al gioco d’azzardo patologico, in collaborazione con le scuole e vogliamo proseguire su questa strada avendo esaurito solo il primo step di un programma più esauriente e complessivo.
Per la lotta alla ludopatia – ha specificato Mollica – c’è la ferma volontà di ribadire con forza i contenuti della legge regionale 30 del 2014 che ha sicuramente bisogno di ulteriori aggiornamenti e rivisitazioni tenendo ben presente l’importanza dell’art.5 che parla di una nuova informazione sanitaria laddove esistono i luoghi per il gioco d’azzardo”.
I dati raccolti in questi anni in merito al fenomeno in Basilicata sono davvero raccapriccianti e i numeri dimostrano come il gap rappresenti la terza industria italiana per fatturato.
“Occorre, quindi – ha detto Mollica – continuare il progetto partendo proprio dai risultati e dai vari report che incoraggiano ad andare avanti in sinergia con i vari attori operanti sul territorio. Alla Regione Basilicata è stato assegnato un finanziamento di mezzo milione di euro da dividere per le due province, finanziamento fino ad ora servito essenzialmente alla cura. Diviene altresì fondamentale il momento della prevenzione e in questo riveste un ruolo importante l’intera società”.
“Non bisogna arrendersi – ha rimarcato Mollica – ma rafforzare la rete di relazioni ed il rapporto tra scuola, famiglia e ragazzi e istituzioni che non devono mai esimersi dal compiere fino in fondo il proprio dovere. Fondamentale l’Osservatorio regionale stabilito con la legge del 2014 ma oltre alla stretta connessione in rete, divengono essenziali le azioni di informazione e di inversione di tendenza”.
Dopo i saluti del presidente onorario dell’Age Fernando Barbaro che ha invitato gli studenti “ad essere loro i veri conduttori del gioco, artefici del proprio vissuto quotidiano e del proprio protagonismo, fidandosi dei genitori”, è intervenuta Luisa Rubino, presidente regionale dell’associazione genitori, che ha illustrato il progetto.
“Si tratta –ha detto Rubino – di una ricerca – azione condotta in 12 scuole secondarie di primo e secondo grado della Basilicata, nata con lo scopo di informare giovani, docenti e genitori sui rischi del gioco d’azzardo, e di fornire loro gli strumenti necessari a riconoscere e contrastare questa nuova forma di dipendenza, che al giorno d’oggi colpisce tanto gli adulti, quanto gli adolescenti.
Il titolo riprende le iniziali ‘G.A.P’ il cui acronimo è ‘Gioco d’azzardo patologico’, trasformandole in concetti positivi, richiamando così i valori che il Consiglio regionale si propone di trasmettere tramite l’iniziativa, ovvero quelli del dialogo, del confronto e del rispetto reciproco.
Il messaggio che si vuole veicolare – ha precisato Rubino – è quello di un gioco leale, che permetta ai giovani di crescere e di ‘nutrirsi’ delle relazioni reali con i coetanei, fatte di confronto, di scambio, di scoperte, di ascolto e di collaborazione, che pongono le basi per uno sviluppo sano non solo dell’individuo ma di tutto il tessuto sociale di cui fa parte”.
il progetto
Il progetto coinvolge 773 i ragazzi e 50 i docenti di 12 scuole secondarie di primo e secondo grado delle due province lucane, Potenza e Matera.
Nella prima fase è stato compilato un questionario creato ad hoc, uno per gli alunni e uno per i docenti, con il fine di avere un quadro della situazione a livello regionale sulla diffusione del gioco d’azzardo tra i minori; avere un quadro delle conoscenze inerenti la problematica proposta; dare l’input a riflessioni personali sui propri comportamenti legati al gioco.
Nella seconda fase, ad ogni scuola è stato donato il libro: “Ludopatia. La debolezza della volontà”, un’autobiografia dal forte impatto emotivo, di Andrea Costantino, un lucano caduto nel vortice del gioco d’azzardo che con molte difficoltà ne è uscito fuori, e che ancora oggi lotta per dominare la sua dipendenza.
La terza fase si è articolata in un incontro di formazione interattiva in ogni scuola, in cui gli alunni hanno avuto modo di conoscere e discutere con l’autore del libro, mostrare e condividere i loro elaborati, e prendere visione dei risultati ottenuti dai questionari.
Andrea Costantino ha quindi presentato il suo libro “Ludopatia. La debolezza della volontà”. “Un’autobiografia – ha spiegato – nella quale parlo non solo della debolezza della volontà ma anche dei fattori biologici uniti ad altre forme di debolezza. Sfogo, disperazione, richiesta di soldi, ricorso all’usura, situazione di follia. La fa da padrone – ha detto – il cosiddetto ‘pensiero rapido’ del giocatore d’azzardo, la ricerca della vincita immediata. Con i tempi del gioco che si sono notevolmente ridotti negli anni e, soprattutto, i tanti rischi legati al fenomeno, la degenerazione. Nel gioco è facile cadere, il difficile è rialzarsi e poi, quell’ostinata concezione che continua a voler vedere il gioco come un vizio e non come una vera malattia. Contro tutto il marcio, giunge finalmente, un lampo di luce, arriva la via di fuga scandita dall’amore dei familiari e dall’orgoglio di essere uomo e cittadino, un individuo che continua ad inseguire la propria rinascita e cerca di portare il proprio esempio a tutti per far sì che la sua brutta esperienza non si ripeta”.
La psicologa e psicoterapeuta, Giusi Pietrafesa, ha illustrato i risultati di una analisi approfondita del fenomeno e quelli di un questionario sottoposto ai ragazzi prima di partire con le ‘lezioni’ nelle scuole. Emerso, in special modo, il ‘disturbo del controllo degli impulsi’. Un comportamento persistente e dipendenza senza sostanza (alcol o droghe), stati arretrati di conoscenza nella mente del giocatore e questo diviene dipendenza. “L’88 per cento dei ragazzi – ha detto – gioca dalle 3 alle 6 volte al mese e 6 ragazzi su cento per più di dieci volte. I giochi sono legati all’età. Si inizia ad 11 anni, nell’età della fanciullezza, con il gratta e vinci, per poi passare alle scommesse sportive che richiedono una conoscenza del settore ed una buona dose di agonismo, questo a partire dai 13 – 14 anni. Giocano di più i ragazzi, ma le ragazze reggono bene il confronto ed il 70 per cento gioca al gratta e vinci. La spinta forte è data dall’imitazione degli adulti e l’80 per cento gioca on – line. Sono tante, molte le ore in cui si resta connessi alla rete, l’intero pomeriggio. Qui – ha concluso Giusi Pietrafesa – diviene di importanza capitale il ruolo delle famiglie nell’ambito della prevenzione”.
“Io sono arrivato fino all’inferno –ha detto Michele Cusato dell’associazione famiglie fuori gioco – e avevo perso tutto, famiglia, figli, denaro. Non è facile uscire da questa dipendenza ma posso dire con orgoglio che sono 2500 giorni che non gioco. Non vergognatevi mai di chiedere aiuto, solo la vicinanza delle persone può aiutare davvero”.
Dirigenti scolastici e studenti hanno quindi spiegato come hanno affrontato e realizzato il progetto proposto dall’Age ed è stato proiettato lo spot pubblicitario realizzato dai ragazzi del Liceo artistico – musicale “Walter Gropius” di Potenza.
Al termine della manifestazione consegnate targhe e attestati di partecipazione alle scuole che hanno partecipato al progetto e cioè l’Istituto di istruzione superiore L. Da Vinci – Potenza, l’Istituto di istruzione superiore L. Da Vinci – Avigliano, l’I.I.S.S. Battaglini – Venosa, l’Istituto comprensivo Monsignor A. Caselle – Rapolla , l’I.C. scuola statale – Picerno, il Liceo artistico, musicale e coreutico W Gropius – Potenza, l’Istituto comprensivo B. Croce – Paterno e l’Istituto comprensivo B. Croce – Marsico Nuovo.
La presidente Rubino ha infine consegnato al presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero una targa, ritirata dal consigliere Mollica, “quale segno di ringraziamento per l’attenzione mostrata verso le problematiche giovanili, favorendo la promozione di attività di prevenzione, educazione e formazione degli studenti”.