Mario Polese, segretario del Pd di Basilicata, aveva preannunciato un suo intervento dopo la lettera del Presidente Marcello Pittella ai lucani. Non l’aveva fatto subito per quel “rispetto umano, politico ed istituzionale che – sostiene – merita la lettera stessa nella consapevolezza che le persone vengono prima delle funzioni e la dignità umana prima della politica”.
Per il segretario regionale del Pd di Basilicata la scelta di Pittella di mantenere un profilo basso è stato senza dubbio “un segnale di onorabilità personale e di rispetto verso la vicenda giudiziaria. Non una parola di troppo nella sua lettera suggerisce a noi tutti di mantenere la stessa forza e lo stesso tenore, nel segno di un dibattito sereno e costruttivo”.
Polese ricorda la storia di questi cinque anni. Ritiene doveroso farlo “per sgombrare il campo da interpretazioni di comodo o poco rispettose della verità”
Marcello Pittella nel 2013 da assessore regionale uscente ha affrontato in campo aperto le primarie del Partito democratico per la candidatura a governatore.
Scelto dal popolo del centrosinistra Pittella ha poi vinto le elezioni regionali con una ampissima maggioranza. E sempre nel rispetto della volontà popolare e attento all’articolazione – a volte più che complessa del Pd e del centrosinistra lucano – ha svolto il proprio ruolo di governatore e anche di garante del Partito democratico regionale allorquando per la prematura e sempre dolorosa scomparsa di Antonio Luongo il partito si trovò senza una guida in un momento assai complesso per la politica nazionale e regionale”.
“Purtroppo – spiega il segretario regionale del Pd – è innegabile che Marcello Pittella nonostante il massimo sforzo e la massima generosità umana e istituzionale abbia dovuto affrontare sfide di Governo e politiche ben più difficili di quanto una lettura superficiale degli eventi possa restituirci, assumendo su di se anche responsabilità ed oneri ulteriori rispetto a quelli propri del ruolo e della funzione esercitata”.
“Venendo dunque all’oggi – conclude Polese – io mi sento di apprezzare e sottolineare il coraggio, la responsabilità e la lealtà come lo spirito di appartenenza ad una comunità democratica, che Marcello Pittella ha dimostrato rimettendo la decisione assembleare del 25 giugno scorso. Ne prendiamo atto con la sensibilità che contraddistingue ciascuno di noi.
Da segretario intendo riaprire subito il dibattito per la soluzione migliore tanto per il Pd quanto per una coalizione dal perimetro più ampio, che trovi nell’attuale quadro delle sigle tradizionali di centrosinistra, nei civismi ed in tutte le forze liberali, progressiste e riformiste un campo largo della società aperta.
Sconsiglio fughe in avanti, personalismi, tatticismi che rischiano di rivelarsi meccanismi autolesionistici. Responsabilità, collegialità, e lo dico in primo luogo a me stesso, fiducia e lealtà siano i principi che possano guidare la formazione di una coalizione che unita da basi culturali indissolubili quali il garantismo, il merito, la solidarietà, l’europeismo e la libera autodeterminazione possa sfidare le forze sovraniste e populiste che rischiano di riportare la Basilicata in un Medioevo da cui con fatica abbiamo provato ad affrancarci”.