Si è concluso con l’archiviazione il caso giudiziario che ha coinvolto il presidente del Potenza Calcio Salvatore Caiata accusato di intestazione fittizia di beni e società a fini di riciclaggio con reimpiego di fondi attraverso aziende e conti correnti, anche esteri.
Un’accusa per la quale, come ha dichiarato il Procuratore Capo di Siena, Salvatore Vitiello, al Tgr Basilicata “manca il presupposto fondamentale a giustificare la provenienza illecita dei fondi utilizzati”.
Per questo motivo, il magistrato aveva chiesto l’archiviazione che il Gip del Tribunale di Siena, Ilaria Cornetti, ha accolto.
Si chiude così un’inchiesta che fece molto scalpore non foss’altro perchè la notizia giunse a campagna elettorale per le politiche in pieno svolgimento con Salvatore Caiata candidato di punta in Basilicata per il M5s. Di Maio dopo averlo presentato in pompa magna, saputo dell’inchiesta, lo espulse.
Non mancarono le strumentalizzazioni anche se più di qualcuno parlò di “giustizia ad orologeria”.
Nonostante questo, Caiata, fu eletto parlamentare nelle liste del M5S, non potendo ritirare la candidatura. Per la decisione di Di Maio, s’iscrisse al Gruppo Misto.
Cosa accadrà ora non è dato sapere. Caiata, che si è sempre professato innocente, ha dichiarato più volte di essere pronto a rientrare nel Movimento. Bisognerà ora attendere le decisioni del leader pentastellato.
“Sono sollevato e ringrazio tutti coloro che in questi mesi mi hanno testimoniato la loro vicinanza – ha dichiarato Caiata all’Ansa – Ovviamente rimane l’amarezza per il danno portato alla mia immagine e alle mie attività di imprenditore”.
“Ora continuerò con la serietà e con l’impegno che mi contraddistinguono ad essere sempre più utile alla mia comunità e ai cittadini che mi hanno dato la loro fiducia – ha concluso – Chi ha giudicato troppo in fretta oggi dovrebbe chiedere scusa“.