“Potenziare nella nostra regione, che già gode della presenza del centro di eccellenza ‘G. Gioia di Chiaromonte’, una strategia coordinata per la prevenzione, diagnosi precoce, cura e riabilitazione dei disturbi dell’alimentazione che necessitano di un approccio multidisciplinare e della predisposizione di appositi programmi terapeutici”. E’ questo l’obiettivo della proposta di legge sul “Potenziamento dei servizi e degli interventi per la prevenzione ed il contrasto dei disturbi della nutrizione e della alimentazione”, di iniziativa del vice presidente del Consiglio regionale, Michele Napoli, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa.
“C’era bisogno di questa proposta di legge – ha detto Napoli – perché quello dei disturbi dell’alimentazione è un mondo molto variegato e facendo mie le parole di un esperto come Mario Russo ‘ci si accorge di questo problema nel momento in cui ci si sbatte contro, è come una porta di cristallo’. Ho avuto la possibilità di conoscere persone che sono affette da questo problema e per questo ho deciso di fare un focus su quella che è la situazione in Basilicata rispetto alla cura e alla riabilitazione. Ci siamo accorti – ha aggiunto – che manca un tassello importante che è quello della prevenzione ma soprattutto ci siamo resi conto che rispetto ad un mondo così variegato c’è scarsa informazione, mancano centri di riferimento al di là del centro di cura e riabilitazione G. Gioia di Chiaromonte. E’ una proposta di legge scritta a più mani grazie alle associazioni e grazie a professionisti che quotidianamente si cimentano su un tema così importante. Crediamo – ha concluso – in questa maniera di poter dare, attraverso la Regione Basilicata, uno spaccato molto molto puntuale su come si possa affrontare questo problema e speriamo di essere sulla strada giusta” .
Presenti alla conferenza stampa le referenti delle associazioni “Alba Lucana” e “10 magnitudo Life dca”, attive in tema di prevenzione e contrasto dell’insorgenza dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e una nutrizionista che si occupa della stessa problematica e che hanno coadiuvato Napoli nella redazione del testo di legge.
“E’ una proposta molto interessante – ha detto Mariateresa Muscillo, presidente dell’associazione Alba Lucana – perché dobbiamo pensare che comunque la prevenzione è assolutamente importante anche per ridurre i costi degli interventi che sono ovviamente più onerosi rispetto alla prevenzione e quindi al benessere dei cittadini e della città stessa. I problemi dei disturbi alimentari sono complessi ed hanno come cause diverse problematiche dalla famiglia, all’individuo e per questo vanno valutate e analizzate e ovviamente l’intervento si deve basare su tutte queste cose . Il lavoro di rete tra professionisti che va dallo psichiatra, allo psicologo, al nutrizionista e anche al personal trainer sono assolutamente importanti e tutti noi cerchiamo di lavorare condividendo le linee guida costruite ad hoc per ogni persona”.
“L’esponenziale aumento del numero di persone affette dai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – si legge nella relazione della proposta di legge – si configura come una vera e propria emergenza sociosanitaria a causa del notevole abbassamento dell’età di esordio con il conseguente rischio di danno permanente per la salute. Nonostante la difficoltà di individuazione e la solitudine in cui spesso tali disturbi sono vissuti il Ministero della salute stima in circa trecentomila i bambini tra i 6 e i 12 anni e in oltre 3 milioni i preadolescenti e gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni che accusano problemi anche seri con il cibo, senza contare gli adulti. La proposta di legge, prendendo le mosse dalla revisione dei criteri diagnostici pubblicata nella nuova edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) dell’American Psychiatric Association, pone l’attenzione tra il tema della prevenzione che ingenera inevitabilmente un abbattimento dei costi della spesa sanitaria e che si vuole raggiungere attraverso apposite campagne informative e quello della cura e la riabilitazione da conseguire attraverso l’integrazione e la stretta collaborazione tra le aziende sanitarie locali di Potenza e Matera e il centro di riferimento regionale ‘G. Gioia’ di Chiaromonte”.
L’art. 3 indica, in maniera analitica, quali sono gli interventi che la Regione deve predisporre per ottenere risultati efficaci e durevoli nel tempo in termini di prevenzione, diagnosi precoce, cura e riabilitazione dei disturbi della nutrizione e della alimentazione. In particolare attraverso l’attivazione di programmi di ricerca, da svolgersi anche in collaborazione con Università, Enti ed Istituti Pubblici e Privati si prevede di promuovere, con cadenza biennale, la pubblicazione di studi che evidenzino l’incidenza epidemiologica e la prevalenza dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Il fine è quello di individuare le fasce di popolazione a rischio sulle quali indirizzare gli interventi finalizzati ad una diagnosi precoce e di migliorare le conoscenze cliniche e di base di tali disturbi, con particolare riferimento sia ai fattori predisponenti di natura biologica, sociale e psicologica, che ai fattori scatenanti. Per contrastare l’insorgenza e la cronicizzazione di questi disturbi e per favorire la conoscenza della rete integrata dei servizi attiva sul territorio sono si prevede inoltre di promuovere apposite campagne informative, da svolgersi anche in collaborazione con gli operatori sanitari, l’ufficio scolastico regionale, i familiari dei pazienti affetti da tali patologie e le associazioni con comprovata esperienza nel settore.
L’articolo 4 punta a promuovere il potenziamento dei servizi e degli interventi attivi sul territorio regionale ed istituisce una rete dei servizi socio-sanitari funzionali ad un approccio multidisciplinare integrato. Di questa rete dovrebbero fare parte i centri di coordinamento provinciali di primo intervento istituiti presso l’ Azienda sanitaria locale di Matera (Asm) e l’Azienda sanitaria locale di Potenza (Asp) e il Centro di riferimento regionale “G. Gioia” di Chiaromonte al cui personale la Regione assicura la formazione e l’aggiornamento professionale specifico. Si prevede infine di favorire il sostegno per il regolare funzionamento di associazioni di comprovata esperienza, con il fine di contrastare, attraverso la loro attività di informazione e sensibilizzazione, l’insorgenza di tali disturbi.