“Matera sia anche capitale europea della cultura dei diritti”. Una frase non ad effetto ma un messaggio forte che Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Lucani ha lanciato dopo aver visitato il carcere della Città dei Sassi.
Una visita che gli ha confermato quanto da lui denunciato da tempo su una situazione carceraria che è al collasso con conseguenze per detenuti e agenti di polizia penitenziaria. Questi ultimi sono sott’organico – denuncia Bolognetti -. Dovrebbero essere 131. Sono in servizio 98.
A loro e ai detenuti il segretario regionale dei Radicali Lucani ha testimoniato la sua vicinanza non solo formale. Bolognetti, che da anni porta avanti una battaglia affinchè nelle carceri si rispettino i diritti costituzionali, ricorda che la pena dovrebbe essere conforme proprio al dettato costituzionale. All’art. 27 che vogliamo ricordare a noi stessi, prima, e ai nostri lettori, dopo: ” L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato“.
Non vogliamo entrare nel merito della prima parte dell’articolo che nel nostro paese puntualmente si dimentica. Ne abbiamo avuto conferma anche ultimamente in occasione dell’inchiesta sulla sanità.
Si viene etichettati colpevoli a prescindere. Ma c’è di più. Spesso ci sostituiamo ai giudici e pronunciamo sentenze cadendo in una sorta di sciacallaggio con conseguenze irrimediabili per chi si trova coinvolto in vicende giudiziarie.
Ma torniamo alla situazione del carcere di Matera nel quale ci sono 33 detenuti tossicodipendenti, 8 in terapia metadone. Si sono registrati alcuni casi di epatite C e nove casi psichiatrici. 49 detenuti sono in terapia ansiolitica.
“Quest’ultimo dato – afferma Bolognetti – conferma quanto sia importante che gli ospiti vengano impegnati in attività lavorative, di formazione (nel carcere di Matera anche gli educatori sono sotto’organico) e istruzione.
Per quanto riguarda opportunità lavorative, Bolognetti rassicura che qualcosa a Matera è in programma.
”Ho appreso dalla direzione del carcere, il dottor Michele Ferrandina , che ringrazio per la disponibilità, che a Matera – precisa – sta per partire una iniziativa importante come un biscottificio-panificio. Chi vorrà potrà imparare un mestiere”.
Il pane di Matera fatto in carcere!. Si andrebbe ad aggiungere al
marchio di abbigliamento ”made in carcere” di Lecce; al panettone che fanno a Verona o al “Caffè Galeotto” di Rebibbia.
“Il lavoro è uno strumento importante per evitare che un detenuto possa tornare a delinquere” ricorda Bolognetti. Lo confermano i dati sulla recidiva: chi espia la pena in carcere c’è il 60,4 per cento di recidiva, che scende al 19 per cento per i detenuti che possono fruire di una misura alternativa al carcere e all’1 per cento per quanti vengono inseriti nel sistema produttivo.
“Avremmo bisogno – ricorda Bolognetti – che in questo Paese la pena sia conforme al dettato Costituzionale, l’articolo 27 della Costituzione. I Radicali vanno avanti su Costituzione e diritti”.
E aggiunge: “Con Marco Pannella ripeto che occorre interrompere la flagranza di reato in atto contro i diritti umani e la Costituzione Repubblicana. Nelle nostre patrie galere, trasformate in luoghi di tortura per Agenti di Polizia Penitenziaria e detenuti, assistiamo al quotidiano tradimento del dettato costituzionale.
Di carcere si muore e a testimoniarlo ci sono dati agghiaccianti che raccontano di 1012 detenuti suicidatisi tra il 2000 e il 2018 e di decine e decine di Agenti di Polizia Penitenziaria che hanno fatto altrettanto. Tutto ciò prende corpo in uno Stato, l’Italia, che sul piano tecnico-giuridico è uno Stato criminale, uno Stato canaglia, come l’ho più volte definito”.
La battaglia continua. Domani sit-in davanti alla sede della Regione in via Anzio a Potenza.