Inizieranno nel pomeriggio di oggi, martedì 10 luglio, gli interrogatori di garanzia delle persone coinvolte nell’inchiesta sulla sanità lucana che ha portato in carcere il Commissario e il Direttore Amministrativo dell’Azienda Sanitaria di Matera, Pietro Quinto e Maria Benedetto, e ai domiciliari altre 20 persone, tra le quali il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella. Per altre otto imposto l’obbligo di dimora.
Saranno proprio Quinto e Benedetto i primi ad essere ascoltati dal gip di Matera, Angela Rosa Nettis. Il primo nel carcere di Matera; Benedetto, che è detenuta a Potenza, nel palazzo di giustizia di Matera.
Dopo gli interrogatori di garanzia dei due detenuti, saranno calanderizzati i colloqui con il gip delle 20 persone agli arresti domiciliari.
Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all’esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr.
Da esse sarebbe emerso il “totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche”, come affermato dal Procuratore Pietro Argentino nella conferenza stampa di venerdì scorso.
Secondo quanto scrive nell’ordinanza il Gip di Matera Angela Rosa Nettis, Pittella non si sarebbe limitato ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza della sanità regionale ma avrebbe influenzato anche le scelte gestionali delle Asl, interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali tutti da lui nominati.
Intanto fa discutere la motivazione in base alla quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per il Presidente Pittella.
L’esigenza cautelare viene motivata per “il concreto pericolo di reiterazione’ dei reati di abuso d’ufficio e falso, ‘solo che si consideri che negli ultimi giorni ha manifestato la volontà di ricandidarsi a governatore della Regione Basilicata. In questo modo – sostiene il Gip – continuerà a favorire i suoi accoliti per un vantaggio di tipo elettorale'”.
Perplessità ha espresso il deputato del Pd, Gennaro Migliore,
il quale trova “singolare che la principale, se non unica, motivazione per l’arresto sia che un cittadino, che oggi è presidente in carica della Basilicata, manifesti la sua volontà di ricandidarsi.
Trovo che il richiamo all’appuntamento elettorale sia stato involontariamente inopportuno. Cosa vuol dire? – si chiede Migliore, che aggiunge: “Forse che se Marcello Pittella non si fosse ricandidato non avrebbe rischiato l’arresto? Le esigenze cautelari per un presunto reato possono essere motivate dalla partecipazione a un appuntamento elettorale? I criteri per i quali un cittadino possa o meno candidarsi sono stabiliti per legge, per altro molto restrittiva come la Severino, così come è responsabilità del partito che candida verificare quali siano le possibili incompatibilità politiche.
La magistratura faccia il suo corso, ma – conclude Migliore – ciò non toglie che debba sempre avvenire senza che vi sia alcun timore per i cittadini imputati sulla effettiva imparzialità delle decisioni assunte, in particolare quando queste hanno a che fare con la libertà personale”.