Stamane, su delega della Procura della Repubblica di Potenza, ufficiali ed agenti di PG della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica (Aliquota Carabinieri), del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Potenza e della Polizia Municipale di Potenza, nell’ambito di un più vasto procedimento penale riguardante vari e gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, hanno eseguito otto ordinanze cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Potenza: due di arresti domiciliari a carico di Mario Giugliano e Nicola Auletta, e sei di divieto di dimora nel Comune di Potenza a carico di Maria Assunta Frescura, Nicola Cerroni, Pietro Giella, Giulio Ferrara, presidente del Cotrab, Carlo Costa, dirigente della Fitt Cisl, e Francesco Mollica Francesco, ex Presidente del Consiglio regionale.
In particolare, i reati contestati sono di truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, falso in atto pubblico, bancarotta fraudolenta ed altro.
Il provvedimento cautelare è stato adottato dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Potenza a conclusione delle complesse ed articolate indagini svolte nel procedimento penale originato dal dissesto finanziario del Comune di Potenza, risalente alla precedente Giunta, i cui sviluppi investigativi si sono intrecciati con altro procedimento relativo all’affidamento al Co.Tr.A.B. del servizio del trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivi ed integrativi della rete ferroviaria, dando vita di fatto a due distinti ma connessi filoni d’indagine trattati unitariamente dall’Ufficio.
Primo filone: gestione appalti di servizi per conto del Comune
Il primo filone investigativo ha riguardato, fra l’altro, la gestione del contratto di appalto fra il Comune di Potenza e la soc. coop. Ariete – avente ad oggetto l’affidamento dei servizi di pulizia giornaliera e periodica delle strutture e dei locali dell’Ente, nonché dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza di molte palestre scolastiche, di impianti sportivi e dei bagni pubblici.
Le indagini hanno svelato un illecito meccanismo che, di fatto, grazie a Mario Giugliano, funzionario del Provveditorato comunale, addetto proprio al controllo sulla regolarità dell’esecuzione del contratto, ha consentito alla soc.coop. Ariete di percepire importi molto maggiori rispetto a quelli realmente spettanti a fronte delle prestazioni effettivamente rese.
In sostanza, anzichè operare variazioni al ribasso dei corrispettivi da riconoscere rispetto alle prestazioni che la soc. Coop. Ariete talora non eseguiva (in tutto o in parte), talora non avrebbe neppure potuto eseguire (sia per la chiusura degli impianti in periodo estivo, sia perchè certe strutture venivano successivamente affidate alla gestione di privati, ad esempio l’impianto sportivo di Macchia Giocali, campo da calcio di C.da Lavangone), venivano riconosciuti (attraverso una illecita compensazione) corrispettivi per fittizi lavori extra, svolti, come dichiarato, dalla società Ariete in favore del Comune.
Rilevanti illecite erogazioni di denaro pubblico e conseguenti ipotesi delittuose,- come precisato nel corso di una conferenza stampa in Procura – sono, quindi, emerse incrociando i cd. prospetti di rendiconto predisposti dal Giugliano – attestanti saldi attivi a favore della soc. coop. ARIETE – con I cd. buoni-lavoro (documenti che avrebbero dovuto attestare lo svolgimento di lavori extra connessi/collegati a quelli contrattualmente previti) spesso creati ad arte dalla ditta appaltatrice e quindi fittiziamente svolti in tutto o in parte.
In particolare, anche grazie all’analisi di una serie dati indicativi della mancata o parziale esecuzione di numerose prestazioni contrattuali o extracontrattuali, i predetti “buoni-lavoro” (quali ad esempio il servizio di assistenza ai bagnanti presso la Piscina Comunale svolto, in concreto, per un monte ore nettamente inferiore a quello riconosciuto, ovvero il servizio di vigilanza del parco Elisa Claps svolto per un periodo più breve rispetto a quello riconosciuto, per il subentro di una società privata nella gestione della struttura) – sono emersi reati di truffa aggravata in danno di Ente Pubblico contestate nella Ordinanza Cautelare.
A ciò si aggiunge che i prospetti di rendiconto presentati dalla ditta Ariete venivano radicalmente sconfessati da una serie di dati documentali ed informativi, acquisiti nel corso delle indagini, quali il raffronto con le ore lavorative dei dipendenti che risultavano dalle buste paga (che hanno denotato uno scollamento per difetto di oltre 121.000 ore nel periodo compreso fra il 2007 ed il 2014) , la consultazione dei cd registri di custodia di molte strutture pubbliche (registri giornalieri in cui sono annotati gli orari di apertura e chiusura delle strutture pubbliche) ovvero degli atti presso l’Ufficio Sport del Comune di Potenza, e dall’escussione di numerosi dipendenti della ditta appaltatrice.
Nel corso delle indagini è stata dunque effettuata una rigorosa ricognizione economico/contabile che, a dispetto delle note di credito a favore della soc. coop. Ariete fittiziamente indicate dal Giugliano nei suoi rendiconti, ha, invece, consentito di acclarare, di fatto, un ammanco di migliaia di ore di prestazionidi pulizia e custodia, ciò nondimeno regolarmente pagate all’appaltatrice per un danno economico complessivo alle casse del Comune di Potenza (che, infatti è stato dichiarato in dissesto) di milioni di euro che tuttavia, atteso l’intervento della prescrizione per i fatti più risalenti nel tempo, limitatamente ai delitti contestati e non prescritti, può essere quantificato in quasi 500.000,00 euro.
Le indagini hanno poi consentito di verificare ed accertare ulteriori ipotesi di mala gestio del denaro pubblico avvenute in danno del Comune di Potenza sfociate in altrettante consumazioni di illeciti penali.
In particolare, emergeva la liquidazione truffaldina da parte del Comune di Potenza ad altra società, la Lucus Serviz, di prestazioni di rimessaggio e pulizia di tabelloni elettorali di fatto non espletati da tale ditta, in quanto eseguiti e già pagati alla soc. coop. ARIETE (come confermato dai dipendenti di quest’ultima).
Risultava poi, a conferma del rapporto preferenziale fra il principale indagato (il Giugliano) e la società beneficiaria delle illecite erogazioni, l’impiego di due fatture, relative a prestazioni giammai rese al Comune di Potenza, per remunerare la soc. coop. ARIETE del prezzo di un robot per pulizia piscine che, invece, veniva di fatto ceduto al Giugliano per scopi personali.
Nel contesto delle indagini si è altresì delineato un rapporto corruttivo che risulta aver legato Mario Giugliano ed altri esponenti dell’amministrazione comunale di Potenza all’imprenditore Nicola Auletta, che è risultato essere amministratore di fatto della FACILITY SRL, altrà società in rapporti con il Comune di Potenza.
In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini e ritenuto nella Ordinanza Cautelare, la società veniva illecitamente agevolata nel conseguire l’affidamento del servizio di gestione degli impianti tecnogici presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, attraverso il passaggio illecito e preferenziale di informazioni rilevanti ai fini della aggiudicazione dell’affidamento, sul contenuto dell’attività istruttoria svolto dalla cd “Commissione tagli” (che aveva il compito di rimodulare al ribasso le spese dell’Ente Comunale) presieduta proprio dal Giugliano che ha conentito a due tecnici della FACILITY, ad ispezionare in via privilegiata e preferenziale, spacciandosi per tecnici del Comune, (violando in modo evidente la par condicio della gara) gli impianti tecnologici dello stabile (talora per motivi di sicurezza interdetti al pubblico) così da favorire la FACILITY nella formulazione dell’offerta economica e tecnica.
Le indagini hanno altresì fatto emergere come a fronte di tali rapporti collusivi, per compensare il Giugliano, non veniva incluso in un provvedimento di licenziamento collettivo un dipendente della soc.coop ARIETE segnalato ad Auletta dallo stesso Giugliano.
Ulteriori sviluppi investigativi proprio con riferimento alla FACILITY, hanno portato alla luce una vera e propria operazione di svuotamento patrimoniale della società LOGICA SERVIZI SRL, anch’essa facente capo ad Auletta Nicola che, di fatto, consentiva di sottrarre alla garanzia dei creditori e del fisco il compendio complessivo della LOGICA dichiarata fallita nel dicembre 2015 dal Tribunale di Potenza.
In sostanza, con due distinti contratti di affitto di ramo d’azienda alla FACILITY, per altro stipulati lo stesso giorno in cui la Guardia di Finanza di Potenza contestava con alla LOGICA svariate violazioni fiscali (omessi versamenti di imposta, ritenute operate e non versate, etc.), venivano trasferite alla prima le poste attive della seconda, dietro corrispettivi mai versati e mai pretesi, così da porre la LOGICA in stato di insolvenza, a detrimento sia degli interessi dei creditori che dell’Erario che risultava vantare un credito complessivo di oltre 9 milioni di euro, in tal modo sottratti all’imposizione fiscale.
Secondo filone: affidamento al Cotrab del servizio di trasporto urbano
Ulteriore filone investigativoha riguardato all’affidamento al Co.Tr.A.B. del servizio del trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivi ed integrativi della rete ferroviaria:
Il Cotrab, infatti, risulta concessionario del servizio di trasporto pubblico su gomma (t.p.l.) per le linee interurbane della Provincia di Potenza dal 2009 e nella città di Potenza (servizio urbano- t.p.u.) dal 2006 al 31 dicembre 2015.
In particolare l’attenzione investigativa si è concentrata da subito su Giulio Leonardo Ferrara, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Co.Tr.A.B., responsabile per la Basilicata e per la Provincia di Foggia della SITA SUD, di cui è procuratore speciale.
Sin dall’inizio delle attività d’indagine è emerso lo stretto legame tra Ferrara e il segretario della Federazione Italiana Trasporti C.I.S.L. della Basilicata, Carlo Salvatore Costa; tale consolidato rapporto, nel corso delle investigazioni si è mostrato finalizzato al conseguimento di due obiettivi comuni, uno strumentale all’altro:
1) sostenere e conservare l’affidamento di tali servizi da parte degli Enti pubblici a favore del Co.Tr.A.B., ostacolando l’ingresso di altre aziende estranee al Consorzio;
2) gestire lo specifico settore, in modo da avere il controllo complessivo del sistema del trasporto pubblico su gomma anche a fini clientelari e per avere un bacino di elettori disponibili. In tale prospettiva le indagini mostravano fattive sinergie fra i predetti indagati e il consigliere regionale Francesco Mollica, risultato essere un loro referente politico di fiducia.
Complessivamente, quindi, i tre convergevano verso comuni obiettivi, ognuno alimentato da propri e specifici interessi (imprenditoriale, sindacale e politico).
In questo quadro di relazioni politiche, imprenditoriali e sindacali, emergeva dalle indagini, che la Giunta Regionale in data 09.06.2015 (D.G.R. n. 734/2015) approvava lo “schema bando e pubblicazione gara con procedura aperta per l’affidamento della gestione e dell’esercizio dei servizi automobilistici sostitutivi o integrativi dei servizi ferroviari di interesse regionale e locale di cui agli articoli 8 e 9 dei D.Lgs 422/97“, relativo al biennio 2016/2017 per un importo annuo a base d’asta pari ad € 6.465.830,58, oltre iva, per un importo complessivo di € 14.224.827,,28.
Tale delibera risultava propedeutica ad un bando di gara con “procedura aperta” che la Regione avrebbe indetto per l’affidamento del servizio autolinee, sostitutivo e/o integrativo della rete ferroviaria sul territorio regionale (ex art. 34 octies D.L. n. 179/2012) fino a quel momento gestito dalle Ferrovie Appula Lucane e da Trenitalia. Ancora prima della pubblicazione del bando, risultava che Ferrara aveva attivato tutti i suoi collaboratori per ottenere gli atti rilevanti per partecipare (e vincere) alla gara con il Co.Tr.A.B..
In particolare, Ferrara, poneva in essere una serie di condotte volte a turbare il procedimento amministrativo diretto all’emanazione del bando sopra detto, trovando il supporto consapevole di alcuni indagati: in collaborazione con Costa chiedeva, così, al consigliere regionale Mollica di recuperare presso la Stazione Unica Appaltante gli atti relativi alla Delibera di Giunta num. 1590/2014, comprensiva degli allegati riservati e non ancora pubblicati in quanto contenenti atti inerenti il disciplinare della gara di cui sopra, non pubblicabili fino all’emanazione del bando di gara avvenuto il 24.11.2015 ad opera della Regione Basilicata – Dipartimento Stazione Unica Appaltante.
I tre ottenevano tali atti riservati attraverso la mediazione della collaboratrice di Mollica, Anna Fulgione, che contattava il Capo di Gabinetto e responsabile della Stazione Unica Appaltante per farseli consegnare al fine di consegnarli – a sua volta – a Mollica il quale, poi, consegnava personalmente tali atti riservati a Ferrara. Così, di fatto, mettendo in condizione Co.Tr.A.B. di assumere prim’ancora della pubblicazione del bando di gara, dati utili alla formulazione della propria offerta economica.
“Con incredulità ma con la trasparenza e l’immediatezza che ha sempre caratterizzato il mio impegno politico e istituzionale, riconfermando la fiducia nella magistratura, nella tranquillità della mia coscienza e del mio operato, confido nella possibilità di risolvere, nei tempi di giustizia, questa vicenda giudiziaria che pone un limite momentaneo di territorio e di opportunità alla mia consueta attività a favore della comunità potentina, stante l’applicazione della misura del divieto di dimora oggi notificatomi”.
E’ quanto ha dichiarato il consigliere regionale Francesco Mollica (Udc), dopo che gli è stato notificato un provvedimento della magistratura di Potenza nell’ambito di un’inchiesta sulle procedure per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico nel capoluogo.
Sono 17 complessivamente gli indagati tra i quali l’ex sindaco di Potenza e attuale Presidente del Consiglio Regionale, Vito Santarsiero e l’attuale assessore all’attività produttiva Carmen Celi.
“Dopo oltre 3 anni di indagini finalmente si è arrivati a conclusione, è emersa ancora una volta – ha dichiarato Santarsiero – la mia totale estraneità e la totale mancanza di contestazioni rispetto alle accuse correlate al dissesto della città di Potenza, nonché rispetto alle accuse su atti amministrativi che ho seguito nella mia carica di Sindaco. Quella caccia alle streghe si è risolta senza alcuna contestazione, così come avvenuto con la Corte dei Conti. Ho assoluta fiducia nella magistratura – ha concluso Santarsiero – anche rispetto ad una contestazione residuale che avrò modo di chiarire in ogni aspetto. Ho la coscienza tranquilla, non ho mai interferito in nessuna gara, tanto meno in quella di Trotta”.