A Scanzano Ionico revocato il divieto di utilizzare l’acqua a scopi potabili. Rimane invece negli altri centri del Metapontino che da alcune settimane convivono con l’emergenza idrica causata dalla presenza nei serbatoi di trialometani superiore alla soglia prevista.
Soglia che gli operatori turistici della costa ionica vorrebbero che fosse elevata come in altre regioni per non compromettere la stagione estiva, considerando che si stanno registrando già disdette di prenotazioni da parte di chi teme che quanto sta accadendo in questi giorni possa ripetersi in piena estate.
Timore più che giustificato se si considera che il problema si è riproposto a distanza di poche settimane.
Una richiesta di elevare la soglia oltre la quale l’uso potabile dell’acqua deve essere vietato è stata fatta al Prefetto di Matera.
Se sarà possibile non è dato sapere.
Certo è che è paradossale che la stessa acqua che alimenta i centri del Metapontino e pugliesi sia potabile in Puglia non lo sia in Basilicata.
A questo si agggiunge un altro elemento che sta disorientando gli abitanti del Metapontino: la difformità tra i dati di Acquedotto lucano e di Arpab.
L’Asp per legge deve prendere in considerazione quelli dell’Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente e comportarsi di conseguenza. Se viene segnalata che si è superata la soglia di trialometani nei serbatoi, ha l’obbligo di darne notizia ai sindaci che devono emettere ordinanza di divieto.
Qualcuno dovrebbe spiegare perchè ci sia questa difformità. Ad Acquedotto Lucano ci dicono che l’acqua viene analizzata giornalmente non solo dai laboratori interni ma anche da altre struttture accreditate anche della Puglia e non è mai risultato che la soglia di trialometani sia stata superata.
Non si esclude che si possa giungere ad un arbitrato per chiarire la questione.
Intanto, Acquedotto Lucano sta provvedendo a velocizzare il ricliclo dell’acqua nei serbatoi, evitando che si debba utilizzare più cloro per la potabilizzazione e la conseguente maggiore formazione di trialometani che verrebbe favorita anche dall’innalzamento della temperature.
Per risolvere quest’ultimo problema si sta lavorando ad un progetto, i tempi del quale non sono brevi, che prevede l’utilizzo di filtri a carbone attivo e la copertura dei serbatoi con pannelli solari che produrrebbero energia da utilizzare per il raffreddamento dell’acqua.
Intanto, come detto in un precedente articolo, amministratori locali e ambientalisti hanno presentato un esposto alla magistratura per chiedere che si faccia chiarezza sull’intera vicenda, individuando eventuali responsabilità.
Sulla questione interviene, con un suo comunicato, l’Arpab
“Con delibere 108 e 109 del 14 maggio 2018 l’ARPAB ha chiarito gli aspetti dell’intricata vicenda sulla potabilità delle acque del Metapontino.
In buona sostanza l’Agenzia, precisato che effettua solamente le analisi sui campioni prelevati direttamente dall’Azienda Sanitaria di Matera, informa che tale situazione non è nuova ma si trascina già da anni.
Inoltre, il Direttore Responsabile del Laboratorio ha illustrato analiticamente le metodiche utilizzate a comprova della correttezza dei risultati.
Viene altresì segnalato alle competenti Autorità che è indispensabile, ai fini della rimozione delle cause che hanno determinato tale vituperato fenomeno, il rispetto delle procedure fissate dal Decreto Ministeriale del giugno 2017.
Le delibere sono state notificate anche a tutti i Sindaci, nella qualità di soci di Acquedotto Lucano, per le competenze da loro esercitabili, congiuntamente e disgiuntamente, in ordine ai poteri di controllo conferiti ai soci dallo Statuto e dal Codice Civile”.
Nella foto di copertina: il potabilizzatore di Montalbano Ionico