Sapete qual’è il paradosso di tutto ciò? Che attraverso il movimento di un flusso d’aria in un passaggio ristretto suddiviso in due da una lama centrale, si crea un vortice che agita una pallina generando un suono, il cosiddetto fischio. Tre dei quali, prodotti in rapida successione, durano meno del tempo necessario che serve per pronunciarne il nome… ed è tutto finto.
Con i tre fischi dell’arbitro, allo scadere dei 90 minuti di Potenza – Taranto, è calato il sipario sulla più clamorosa stagione calcistica che la recente memoria potentina ricordi. Tra l’esultanza esplosiva di Potenza ha avuto luogo un’invasione di campo pacifica. E’ dura unire il termine invasione con l’aggettivo pacifico in quanto storicamente le invasioni portano giocoforza a ricordare di battaglie, guerre e pagine nere della storia anche recente. In questo caso l’ossimoro è quanto mai lecito e pregnante. Non interessa sapere come sia avvenuta, non importa spiegare chi abbia aperto i cancelli o individuare chi ha preferito scavalcarli, ciò che davvero è stato importante era l’esserci e trovarsi travolti da quell’onda di entusiasmo. Io c’ero, per lavoro ma c’ero. Non nascondo che se non ci fossi stato per motivi lavorativi non avrei partecipato a questo meraviglioso sogno. Amo il calcio e lo reputo una cosa maledettamente seria al punto tale da non sentirmi di iniziare proprio quest’anno, quando le cose cominciavano ad andare bene, ad essere un tifoso del Potenza in quanto, di fatto, non lo sono mai stato. Mi limitavo ad informarmi sul risultato e ad essere contento se la squadra della mia città vincesse, ma la passione, quella del tifoso vero non è questa e perciò va rispettata. Questo però è stato un bene per certi versi perché mi ha dato la possibilità di narrarne la stagione da giornalista con quel “distacco” professionale necessario.
Con il tempo però il progetto di Ufficio Stampa Basilicata, il Potenza calcio, i giocatori, gli amici, le trasferte, hanno creato un’aurea unica che oggi, a giochi fatti, posso dire con totale onestà che mi mancherà. Mi mancherà il gruppo incredibile di amici e colleghi con i quali abbiamo condotto questo viaggio, mi mancherà vedere la caparbia dedizione, quasi devozione, che motiva i tifosi, mi mancherà cercare negli sguardi delle persone nei loro atteggiamenti, nei loro particolari, spunti di riflessione per parlare in diretta o scriverne qualcosa.
Sarò dispiaciuto di non poter più tessere le lodi di calciatori e uomini magari sottovalutati per doti e qualità tecniche o di non poterli difendere (non che ce ne fosse bisogno), quando al primo errore le critiche diventano ingiuste rasentando a volte l’indecenza. Mi mancheranno paradossalmente i sabati passati a prepararmi le dirette, studiando numeri e creando statistiche sugli avversari, trovando citazioni per lanciare l’inizio di gara, o informandomi sulle città che tra Campania e Puglia hanno ospitato le trasferte del Potenza per farne una mini scheda di presentazione. Mi mancherà chiedere consulenze all’amico Francesco “Fango” sugli avversari di turno. Non mi mancheranno invece le storie su quanto pericolose si sarebbero presentate alcune trasferte poiché, nella maggior parte dei casi, l’ansia preventiva che creavano questi racconti superavano di gran lunga l’effettivo “pericolo” corso (Cerignola a parte).
Mi mancherà la disponibilità del Potenza calcio, dai dirigenti, allo staff tecnico, ai calciatori, allo staff sanitario che non si sono mai tirati indietro di fronte al mio microfono a volte indiscreto ma bisognoso di contributi. Mi mancherà il rustico che la “collegamica” Antonella Sabia preparava per ogni trasferta, dato che non pranzavamo mai perché alle 12.00 eravamo già pronti a montare l’attrezzatura per la diretta nei vari campi dislocati per il sud…mi mancheranno i commenti post gara al rientro dalle trasferte avanti ad una birra da Peppe Zack al Beer Bros. Mi mancherà vedere come elaboravano le loro folli idee sulla “prossima diretta” mio fratello e Simone Durante, mi mancherà il loro fanciullesco entusiasmo e lo spirito di adattamento che li ha portati ad attaccare un ombrello ad un treppiedi, con un peso da 5 kg legato con un laccio rosso per proteggere il pc dal sole e per non farlo volare via con il vento. Roba che MacGyver rosicherebbe fortissimo (i nati nella seconda metà degli anni 90 non capiranno la citazione…ahimè!).
Avrò modo ancora però di coltivare queste amicizie e questa passione, di ridere con Sergio Ragone e Vito La Morte o con Francesco Catapano. Mi mancherà il restare incredulo di fronte all’entusiasmo di quella “banda” di pazzi scalmanati della redazione sportiva di Carina TV, che sono in assoluto i più “appicciati” che conosco, pronti a farsi centinaia di km per seguire la squadra in partite dal dubbio interesse.
Pronti allo stesso modo a condividere il loro infinito bagaglio di conoscenza sul Potenza calcio con la generosità di chi sa e vuole aiutare senza chiedere nulla in cambio, se non un pezzo del rustico di Antonella.
Mi mancherà lamentarmi di quanto lavoro c’era da fare nel fine settimana non potendomi riposare mai, o di quante occasioni ho perso per seguire il Potenza. Il Potenza che poi mi ha regalato in assoluto l’anno più entusiasmante e divertente della mia vita, che mi ha fatto conoscere persone, alcune davvero speciali (o no Robè!), mi ha fatto scoprire amici, alcuni fraterni, con i quali ho condiviso un abitacolo di un’autovettura ogni benedetta domenica … ho conosciuto amici di amici ed ho ritrovato Potenza, la mia città dalla quale, forse, mi ero troppo distaccato nei miei 14 anni vissuti fuori. E allora grazie Potenza Calcio perché quando questo fenomenale progetto che abbiamo iniziato con Ufficio Stampa Basilicata, domenica prossima finirà assieme alla stagione 2017/2018, mi avrai fatto crescere sia come professionista che come uomo, mi avrai regalato cose uniche, persone fantastiche e sarai in grado di farmi commuovere. E dunque, per dare una risposta alla domanda iniziale che ho posto, sapete qual è il paradosso di tutto ciò? Che tre fischi consecutivi hanno, in meno di 2 secondi, chiuso un intero anno, il più bell’anno. Rifletto dunque sul fatto che è proprio vero come in certi casi il tempo diventi un concetto estremamente relativo. Domenica prossima da inizio campionato saranno trascorsi 9 mesi. In 9 mesi il Potenza calcio ha vinto il campionato, noi di USB abbiamo vinto con il nostro progetto, Potenza/città ha vinto…ed io non sarò mai così triste per tante vittorie perché calerà il sipario sull’annata più incredibile e bella della mia vita. Grazie a tutti.
Giuseppe