E’ morto oggi, 13 aprile, all’età di 86 anni l’ing. Maurizio Leggeri. Il suo nome è legato agli studi più interessanti a livello scientifico sui terremoti. Studi riconosciutigli sia in Italia che oltre oceano.
Laureatosi nel 1957 in Ingegneria Civile, presso l’Università di Bari,
è stato docente per molto tempo alla facoltà di Ingegneria ed Architettura dell’Università di Berkeley in California oltre che all’ateneo lucano.
Maurizio Leggeri si è occupato di problemi sismici sin dagli inizi della sua attività professionale, riscuotendo ampi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.
In collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica, realizzò la prima rete sismometrica della Basilicata.
Ha ricoperto la carica di Presidente della Società EDIPASS S.p.a., Società di informatica del Gruppo Olivetti, dal 1983 al 1997; e dal 1988 al 1995, quella di Presidente della Società EDIPASS Engineering S.p.a., Società di informatica del Gruppo Olivetti.
Ha ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Provinciale di Protezione Civile, dal 1994 al 1995, nonché la carica di Assessore esterno della Provincia di Potenza, con delega all’Urbanistica, Assetto del Territorio, Difesa del Suolo e Protezione Civile, dal gennaio 1994 a maggio 1995.
Presidente del Centro di Gemorfologia Integrata per l’area del Mediterraneo, è stato ed è Membro di Associazioni Nazionali ed Internazionali
Ha fatto parte del Consiglio Direttivo della CUM (Comunità delle Università del Mediterraneo) dal 1988 al1997.
Nell’ ottobre 2001, ha partecipato alla redazione del documento relativo alla presentazione dell’Enciclopedia Mondiale delle costruzioni nelle aree sismiche per la XII Conferenza Europea sull’Ingegneria Sismica prevista a Londra nel settembre 2002.
Ha partecipato ad importanti convegni nazionali ed internazionali di Ingegneria Sismica.
E’ stato autore di oltre 200 articoli pubblicati su riviste scientifiche di rilevanza nazionale ed internazionale e diversi libri sull’ingegneria sismica.
Fin qui il suo curriculum. Ma noi vogliamo ricordarlo come l’amico ingegnere sempre pronto a colmare le nostre lacune in una materia tanto complessa quale la sismologia.
Era sempre disponibile. Incontrarlo era un reciproco piacere. Sia se avveniva per strada. Sia nello studio. Piaceva raccontare all’amico la sua esperienza professionale ma sempre con la modestia di chi sa che non sempre puoi essere ripagato per quello che fai. Per la sua Basilicata ha fatto tanto. Qualcuno in alcuni momenti se n’è dimenticato. E questo lo rattristava. Ma era questione di attimi. Perchè subito apriva il computer e ci mostrava l’ultimo lavoro che stava preparando per un importante convegno internazionale dove il suo contributo era molto apprezzato.
Non lo incontravamo da tempo. Ci mancherà il suo sorriso con il quale ti accoglieva. Ma soprattutto ci mancherà la sua amicizia. Quella vera che accomuna per sempre due persone.
Ciao, amico ingegnere.