Di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani, membro della presidenza del Prntt e Consigliere dell’Associazione Coscioni.
Si rafforza la convinzione che in molti, in seno al cosiddetto centro-sinistra, non abbiano compreso le ragioni della sconfitta del 4 marzo. Di certo se la risposta che è in grado di dare la coalizione vive in una mera ridistribuzione di cariche, incarichi, in tatticismi e riposizionamenti, il futuro non promette niente di buono. Leggo e ascolto interventi in cui è davvero difficile intravedere anche solo un barlume di politica, proposta, contenuti. Fiumi di parole per mascherare vecchi giochi di Palazzo e un avvilente vuoto.
Leggo di proposte che mirano a una mera moltiplicazione delle liste e dei candidati: due per comune, quattro per comune, sedici per comune. Ma davvero in Via Anzio sono convinti che il problema possa essere risolto attraverso un mero aumento dell’offerta, attraverso la quantità? Mi auguro davvero che non sia così e soprattutto che non inizi una ennesima stagione di gattopardismi e trasformismo.
Se questo è lo scenario temo davvero che il 4 marzo sia stato solo il prologo di una tempesta che non potrà che concludersi con il crollo definitivo dell’Impero Romano d’Occidente.
Dovremmo avere il coraggio di osare, forse di andare oltre gli steccati che delimitano il “perimetro” di una coalizione che, di tutta evidenza, è incapace di offrire gli slanci che sarebbero urgenti e necessari.
C’è un gap di credibilità da colmare e di certo non potrà essere colmato da forze politiche sclerotizzate, ancorate a stucchevoli schemi di sottogoverno e abituate, da sempre, solo a spartirsi le spoglie di questa nostra regione.
Se il linguaggio che si intende parlare è quello delle staffette e dei risarcimenti, davvero è il caso di utilizzare una metafora abusata: l’orchestra continua a suonare mentre la nave affonda.
Allo stato dell’arte ritengo che non ci siano le condizioni per poter garantire ulteriori partecipazioni dell’Associazione Radicali Lucani, dei Radicali di Basilicata e del sottoscritto a cosiddetti tavoli del centrosinistra.
A Mario Polese dico che la soluzione non potrà trovarla in formule logore e seguendo i consigli di un ceto politico che ci ha portato al punto in cui siamo.