Quando la realta’ supera la fantasia: è proprio il caso di dirlo. Ma questa volta in maniera drammatica e sconvolgente per quanto riguarda le violenze che alcuni ospiti della struttura dei Padri Trinitari di Venosa subivano, probabilmente da tempo, da parte di operatori ed educatori.
A documentarle le immagini, altrettanto sconvolgenti, dei carabinieri dei Nas che hanno raccolto prove sufficienti per far emettere dal Gip del Tribunale di Potenza, su richiesta della Procura, provvedimenti restrittivi nei confronti di quindici persone, tra le quali il direttore della struttura, padre Angelo Cipolone, per il quale è stato disposto il divieto di dimora a Venosa e a Bernalda. Un provvedimento giustificato dal fatto che secondo i magistrati “appare soggetto spregiudicato e privo di remore”. Padre Cipollone, secondo l’accusa, pur sapendo quello che stava accadendo nel suo istituto, non sarebbe intervenuto. Anzi, avrebbe messo tutto a tacere.
Se il Gip scrive queste cose sicuramente le basa su fatti oggettivi. Non vogliamo assolutamente mettere in discussione quanto si legge negli atti giudiziari. Non possiamo però non ricordarci e ricordare che c’è un principio sancito dal diritto penale: presunzione d’innocenza.
Non vogliamo assolvere, ammesso che fosse nelle nostre facoltà, nessuno. Ancor più padre Cipollone, sebbene ci diventa difficile vederlo nelle vesti d’imputato. Lo conosciamo da molto tempo e sappiamo quanto impegno ha profuso per creare una struttura che potesse accogliere persone che avevano bisogno di assistenza e cure.
Assistenze e cure che alcuni suoi operatori irresponsabili, disumani, tradendo la sua stessa fiducia, non solo non hanno assicurato, trattando come bestie alcuni ospiti della struttura, ma hanno distrutto con il loro comportamento quanto in tanti anni è stato costruito.
Il legale rappresentante dei padri Trinitari, Giancarlo Viglione al microfono della collega Beatrice Volpe della Tgr Basilicata ha affermato che i responsabili delle violenze e dei maltrattamenti saranno licenziati con effetto immediato e senza aspettare la pronuncia della Magistratura.
Lo ricordiamo sono gli educatori Vincenzo Briscese, Filippo D’Argenzio, Sergio Di Tria, Rocco Di Vietri; e gli assistenti ai disabili Giovanni Adorno, Bartolomeo Genosa, Salvatore Marilli e Michele Mollica. Tutti agli arresti domiciliari.
Altre sette persone sono coinvolte nella brutta storia che abbiamo raccontato con articoli sulla nostra testata giornalistica on line Ufficio Stampa Basilicata ai quali vi rimandiamo. Ci auspichiamo che tutti siano puniti come meritano.
Il licenziamento dei responsabili purtroppo non cancella il discredito che queste persone hanno causato ad un centro, quello dei Padri Trinitari, che era, e vogliamo sperare possa esserlo anche nel futuro, un punto di riferimento per famiglie non solo lucane con figli affetti da disabilità.
Viglione ha ringraziato la Procura per aver fatto emergere fatti gravi e aver individuato i responsabili di una “violenza inaccettabile”.
Avremmo voluto che, prima dei Nas e dei magistrati, quanto stava accadendo fosse stato scoperto da chi aveva ed ha la responsabilità di controllare e dirigere la struttura.