Sarebbe riduttivo se leggessimo il documento della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali di Basilicata come un semplice invito a non disertare le urne.
Dietro questo invito, che pure ha il suo significato, c’è un progetto, una visione dell’essere cristiani protagonisti del proprio futuro. Per dirla con Papa Francesco, di chi non vuole “stare alla finestra a guardare senza sporcarsi le mani”, ma scendere in campo e cogliere le sfide del momento.
E’ il motivo per il quale il documento “Abitare il tempo per ricucire il tessuto sociale” è il punto di partenza di un impegno, come i componenti il direttivo della consulta (il presidente Lindo Monaco, Leonardo Persico, Carmela Romano, Giancarlo Grano, Gianfranco Apostolo, Edmondo Soave) hanno precisato nel corso della conferenza stampa tenutasi a Potenza.
“Non vogliamo occupare posti ma attivare processi” è stato detto. Per farlo bisogna “contaminare” tutto un mondo che, diciamocelo, spesso è rimasto alla finestra. E’ quanto si vuol fare perchè il documento, già frutto di un ampio confronto, sarà offerto ad un dibattito più ampio.
Lo si farà nella consapevolezza che “il cambiamento, lo sappiamo, parte dal basso, dal nostro lavoro, dalle nostre case, dalle nostre comunità, dal nostro senso di partecipazione; si coltiva – si legge nel documento – nel terreno della responsabilità civile, si edifica nel territorio del dibattito pubblico che abbiamo come cattolici o proprio perchè cattolici, il dovere di animare”.
“Proprio perchè cattolici”. Quel “proprio” sveglia le coscienze perchè mette in discussione luoghi comuni, certezze di comodo, quell’essere cattolico della messa la domenica.
Il documento provoca. Chiede altro guardando ai problemi della Basilicata e, più in generale, del Mezzogiorno, realtà alle quali la chiesa ha rivolto un’attenzione particolare.
Lo si fa anche con questo documento nel quale si legge la preoccupazione per una situazione economia della Basilicata critica; per una regione che continua “ad espellere la sua classe dirigente”, che in quindici anni ha perso 30mila abitanti.
Un documento che comunque guarda anche alle risorse, alle opportunità che pure ci sono: dal turismo, alla cultura (Mastera 2019), alle stesse risorse energetiche se soltanto si gestissero meglio.
Un documento che vuole, anzi deve essere – perchè “vorrebbe”? – “il luogo, il laboratorio permanente di confronto, verifica, discernimento, proposta”. Anche dopo il 4 marzo. Soprattutto dopo.