Ultimi giorni di campagna elettorale con i partiti e i candidati impegnati ad illustrare i loro programmi con incontri previsti in vari centri della regione.
Con una lettera ai giornali, SMS Stato Moderno Solidale, capolista Silvana Arbia, sollecita un dibattito sui problemi che investono la Basilicata, per la soluzione dei quali è sorto il laboratorio politico.
“La Basilicata è la regione di cui da anni è stato pianificato lo spopolamento, insieme alla decrescita produttiva, all’inquinamento a tutti i costi, mentre domina ancora un maschilismo degno dell’epoca medievale. Siamo stanchi, e parliamo al plurale perché siamo davvero in tanti e tante ad aver capito che i partiti politici al Governo da anni e quelli che pensano di apprestarsi a governarci con slogan irresponsabili ci stanno prendendo in giro con l’assurda prosopopea di chi predica senza vergogna vantaggi inesistenti per il Mezzogiorno. Quale soluzione scegliere, dunque, per non essere strappati ai propri affetti, per non rischiare di non vedere mai più i meravigliosi paesaggi di questa straordinaria terra, per continuare a rimanere qui a difesa delle risorse umane e naturali che non vogliamo veder morire? Oggi abbiamo un’opportunità: Silvana Arbia, una donna coraggiosa, che non ha nulla da temere, forte della sua libertà conquistata con il lavoro, una giurista di livello internazionale che ha fatto nascere un Laboratorio politico in Basilicata per uno Stato Moderno Solidale, presente nella competizione politica del 4 marzo con la sigla SMS. Perché solo in Basilicata? Perché questa è la prima azione politica di un progetto sperimentale di sviluppo, che ha individuato questa regione come terra di elezione per attuare un progetto pilota di sviluppo autopropulsivo.
Molti di noi Lucani, tornati con entusiasmo in Basilicata, hanno dovuto riconoscere con amarezza la pessima qualità di vita di una regione nella quale non si ha la possibilità di far nascere nuove famiglie, dove si stenta ad utilizzare il patrimonio culturale perché ingabbiato in dinamiche corrotte e clientelari, che sperperano denaro pubblico senza vantaggi per la popolazione locale”.
Antonello Molinari, coordinatore regionale della campagna elettorale di Liberi e Uguali rivolge un appello ai cattolici democratici lucani.
“Mi rivolgo a quanti s’ispirano nelle loro idee ed azioni ai valori della dottrina sociale della Chiesa o che si sono formati all’impegno politico nel filone dei cattolici-democratici affinché, con il loro voto consapevole, scelgano in Basilicata di sostenere Liberi e Uguali, che oggi rappresenta il punto di ripartenza di un nuovo centrosinistra, inclusivo, plurale ed aperto a tutti coloro che credono che non può esistere uguaglianza senza libertà né libertà senza uguaglianza.Chi proviene da questa nobile tradizione politico-culturale in Basilicata non può votare per il Pd, al cui interno la presenza dei cattolici-democratici è puramente decorativa, surclassata dall’egemonia pittelliana e piegata a mere logiche di posizionamento personale. Chi ha a cuore le sorti della Basilicata non può non sostenere le liste di Liberi e Uguali, in cui sono candidate personalità provenienti dall’impegno sociale e cattolico-popolare come Cristiana Coviello e Maria Grazia Manzella, da sempre in prima fila per l’affermazione dei diritti civili e sociali, o giovani intelligenze come Lidia Mastrolorenzo, che hanno messo al servizio di questa comune battaglia il loro entusiasmo e la loro passione, senza nulla chiedere in cambio, come purtroppo non si può dire di candidate in altri partiti! Insieme a loro l’esperienza politica ed istituzionale di Filippo Bubbico e Vincenzo Folino, la professionalità e la forza politica di Pasquale Bellitti, la tenacia di Nunzia Armento. Punto di riferimento di queste candidature è la leadership nazionale di Roberto Speranza, candidato nel suo collegio, in difesa della propria terra con coerenza, coraggio e generosità!”
In una nota l’eurodeputato Piernicola Pedicini (M5S) ha diffuso una nota in cui esamina perché gli elettori della Basilicata dovrebbero votare Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
“Le scelte dei cittadini – afferma Pedicini – vanno sempre rispettate, però è opportuno capire come sia possibile che il centrodestra di Berlusconi, Salvini e Meloni possano pensare di raccogliere consensi anche in Basilicata. Il centrodestra – spiega l’eurodeputato – ha sempre maltrattato le regioni del Sud. Non le ha mai considerate e le ha solo utilizzate come serbatoio di voti e per offrire poltrone e potere a personaggi e lobby affaristiche locali.
In particolare in Basilicata, il centrodestra si è sempre inciuciato con il centrosinistra lucano facendo finta opposizione e dividendosi nomine e incarichi pubblici.
Non a caso, in queste elezioni Viceconte si è candidato insieme al Pd e Benedetto, ex assessore regionale di Pittella, si è candidato con il centrodestra. E tutto questo anche con il silenzio e l’assenso di Gianni Rosa e di Pasquale Pepe che, per tentare il salto a Roma, hanno svelato chi sono veramente.
Ma oltre alle carriere e ai personalismi, i fatti dimostrano che non c’è un tema, un obiettivo raggiunto o un motivo che possa far dire al centrodestra di essersi mai occupato della Basilicata e del Sud. I circa dieci anni di governi Berlusconi, sostenuti da Lega e Meloni, non hanno lasciato traccia di un solo provvedimento degno di nota.Anche in questa campagna elettorale, stanno facendo roboanti promesse e proclami per il futuro, senza dire perché, quello che promettono oggi, non lo hanno fatto nei dieci anni in cui hanno già governato.
Ma non è finita, c’è di peggio. La Lega di Bossi e Salvini, per 25 anni hanno insultato il Sud e hanno sostenuto che il Nord lo doveva abbandonare a se stesso”.
In difesa del ceto medio Patrizia Gerardi (Civica Popolare).
“I sentimenti di paura che alimentano il populismo e l’estremismo sono figli dell’impoverimento e delle nuove debolezze del ceto medio. Gli ultimi dieci anni, la crisi economica, l’epocale fenomeno migratorio, il terrorismo, la globalizzazione senza regole hanno alimentato la paura e la rabbia. Si è ormai rotto, non solo in Italia e in Europa, il tetto di cristallo che per interi decenni ha impedito che la rabbia potesse dominare i processi politici. L’argine era, in grandissima parte, composto dall’elettorato moderato. Questo cambiamento profondo del tessuto sociale ha cambiato la geografia della rappresentanza politica. In Italia il sistema è diventato saldamente tripolare, tendente a divenire quadripolare. La rottura dell’argine della responsabilità democratica fa crescere i populismi di destra e di sinistra. Quelli di destra: razzismo, muri, dileggio dell’avversario politico, messa in discussione della democrazia rappresentativa, del metodo scientifico, i capisaldi della nostra civiltà. Quelli di sinistra: neostatalismo, lo Stato al centro dei processi economici e sociali. Civica popolare è una forza radicalmente alternativa al populismo con una identità politica e culturale popolare e riformista che mette al centro l’uomo e costruisce una società intorno ai valori della persona, della famiglia, del lavoro, dell’impresa, della solidarietà sociale e della lotta alla povertà. Risollevare il ceto medio significa più salario, più impresa, più servizi per i bambini, le mamme, gli anziani, le famiglie, meno diseguaglianze, più solidarietà. Senza un ceto medio forte la democrazia è debole”.