Ancora tre giorni e andremo a votare. Lo andremo a fare per riappropriarci del voto che “è una forma di partecipazione, pur limitata dal vigente sistema elettorale, che non possiamo sprecare”.
Lo scrivono in un documento le associazioni e i movimenti cattolici che fanno parte della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali di Basilicata preoccupati che “una ulteriore disaffezione della gente verso la politica e le istituzioni” possa far aumentare la percentuale, già preoccupante, dell’astensionismo.
Infatti è l’astensionismo il pericolo maggiore a conclusione di una campagna elettorale che in molti hanno definito “la peggiore degli ultimi anni”. Peggiore perché le critiche, a volte anche di basso profilo, tra i leader dei principali partiti in campo, hanno prevalso su una serena valutazione delle proposte.
Una campagna elettorale nella quale agli onori della cronaca sono balzate vicende all’interno di alcuni partiti che hanno prevalso rispetto ad un dibattito politico che avrebbe meritato una più serena e pacata attenzione.
Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Lucani, da oltre un mese in sciopero della fame, ha scritto finanche al Presidente della Repubblica chiedendo “di far ascoltare nelle prossime ore la sua autorevole voce, per ricordare a tutti che democrazia fa rima con diritto alla conoscenza e che una campagna elettorale che voglia rispettare minimi standard democratici deve garantire parità d’accesso ai mezzi d’informazione”.
Secondo Bolognetti ad “oscurare” la campagna elettorale in Basilicata sarebbe stato il “caso Caiata” che ha occupato le prime pagine dei giornali.
Ma la vicenda del presidente del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, espulso dal M5S dopo la notizia che sarebbe indagato per riciclaggio, non è l’unico caso che ha scosso la vita del Movimento 5 Stelle, già toccato dalla vicenda “rimborsopoli”. Come qualche problema d’immagine ha creato al Pd e a Fratelli d’Italia lo scandalo scoppiato in Campania sulla gestione dei rifiuti emerso dall’inchiesta di Fanpage.
Perché queste vicende giudiziarie vengano fuori in piena campagna elettorale lascia perplessi. L’ultima cosa che vorremmo fare è dar ragione a Berlusconi ma quando il Cavaliere parla di “giustizia ad orologeria” forse un po’ di ragione ce l’ha.
Una campagna elettorale che a livello sia nazionale (vedi il caso Forza Nuova a Palermo) sia locale, è stata condizionata da manifestazioni di odio e da episodi di violenza che non hanno fatto altro che acuire malumore e incertezza nei cittadini. Anche a Potenza, ieri sera, dei vandali hanno distrutto le vetrine del comitato della Lega a dimostrazione che c’è sempre qualcuno (troppi forse), che considera “nemico” chi, in una competizione elettorale, dovrebbe essere solamente un “avversario”. Altro esempio di “odio politico” quello subìto dalla candidata lucana del Partito Democratico, Lucia Sileo, alla quale qualcuno avrebbe suggerito “di ammazzarsi” perché candidata con il PD.
Ma proviamo a recuperare del dibattito politico gli elementi qualificanti di proposte che possano interessare la Basilicata e i lucani per rilanciare lo sviluppo della regione, per risolvere problemi quali occupazione, spopolamento, ambiente, sanità, per citarne alcuni.
I partiti (19 le liste al plurinominale al Senato e 20 quelle alla Camera) in questi giorni le loro proposte le hanno fatte partendo da un’analisi della situazione esistente che molti ritengono problematica. Altri un po’ meno, intravvedendo soluzioni.
Tutti sono però convinti che bisogna rimboccarsi le maniche, superando vecchie logiche, trovare il coraggio di spendersi per una strategia politica che recuperi quanto di buono c’è in Basilicata e nel Sud per dare speranza soprattutto ai giovani.
Cosa uscirà dalle urne la sera del 4 marzo, sondaggi a parte, non è scontato. Soprattutto non è scontato quale Governo si riuscirà a varare. Ma una cosa è certa: gli elettori, mai come in questa tornata elettorale, sono davvero disorientati.