Secondo l’Istat la nostra Regione è al primo posto per molestie sessuali subite da donne sul luogo di lavoro
Come avviene oramai da alcuni anni, in occasione della festa di San Valentino, la Polizia di Stato è stata presente nelle principali piazze italiane con il proprio camper per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza di genere. “Questo non è amore” è lo slogan e purtroppo diventa sempre più attuale. La cronaca ci ripropone infatti quotidianamente casi di violenze fuori e dentro le mura domestiche.
Solo a Potenza, nelle ultime settimane si sono verificati due casi di compagni o mariti, resisi responsabili di violenze, malversazioni, ricatti. Molte volte, l’allontanamento dall’abitazione dove la coppia viveva, non è stato sufficiente perché lo stalker ha disatteso il provvedimento del magistrato reiterando, per usare un termine giuridico, il reato.
Ma non solo. Anche sui luoghi di lavoro si registrano casi del genere. I dati Istat pubblicati di recente confermano che la Basilicata ha un triste primato per il numero di casi di molestie sessuali subite da donne in questi luoghi: il 12%. Fenomeno, quest’ultimo, che è aumentato negli ultimi tre anni, portando la nostra regione in testa alla classifica.
A fenomeni legati alla “location”, si aggiungono poi le violenze che le donne subiscono sul web. Violenze a volte ancora più devastanti soprattutto sul piano psicologico, che spesso si concludono tragicamente perché la vittima non riesce a sopportare di essere “messa alla gogna”.
Analizzare questo fenomeno, cercare di capire perché la donna sia sempre più vittima di un maschilismo esasperato, dell’uomo orco, potrebbe sembrare quasi rituale. Quasi un obbligo il giorno di San Valentino o il giorno della festa della donna per dimenticarsene all’indomani, salvo nei casi in cui quali la cronaca ti riproponga, con tutta la sua crudezza, il problema.
E la cronaca ci dice che il problema è in aumento. Perché?
Ne abbiamo parlato con Assunta Basentini, psicologa del Tribunale per i Minorenni.
Paradossalmente l’emancipazione della donna ha reso l’uomo sempre più insicuro. Il timore di essere stato “spodestato”, di aver perso il suo ruolo che una cultura secolare gli aveva assegnato, fa si che tutto questo sfoci spesso nella violenza contro quella donna che vede come rivale.
“Non è facile comprendere questo fenomeno – ci dice Assunta Basentini – ma spesso ci troviamo dinanzi a situazioni del genere nelle quali l’uomo e la donna entrano in conflitto in un gioco pericoloso a chi riesce di più a svolgere il proprio ruolo”.
C’è poi dell’altro. Il rapporto bullo-adolescente stalker. Esiste un rapporto di causa ed effetto? Il giovane che in maniera problematica scarica le proprie tensioni, la sua solitudine, le sue insicurezza nella violenza fisica o attraverso il web, può divenire più facilmente il marito o il compagno carnefice?
“In molti casi è predisposizione in altre evoluzione – precisa Basentini – di situazioni pregresse, vissute spesso anche in ambienti familiari altrettanto problematici”.
Ci viene da chiedere quanta responsabilità abbiano la famiglia, la scuola, le agenzie educative tutte nel non essere riuscite a intercettare il disagio: a fare opera di prevenzione, di educazione al rispetto della persona. Spesso, purtroppo, è una domanda che resta senza risposta.