Maurizio Bolognetti, capolista al Senato per e con Insieme e Segretario di Radicali Lucani (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 26 gennaio. Dalle 23.59 dell’8 febbraio un giorno di sciopero della sete alternato a un due giorni di sciopero della fame) interviene nel dibattito politico affrontando una serie di questioni, prima fra tutte quella ambientale con riferimento al rapporto Stato-Regioni-Eni.
“Ci sono esponenti di Leu, gli stessi che sono stati protagonisti a pieno titolo degli accordi sottoscritti tra Stato-Regione ed Eni, che a reti unificate – sostiene Bolognetti – si stanno presentando come difensori dell’Ambiente. Il confronto su temi ai quali ho dedicato buona parte della mia iniziativa politica, temi scolpiti a caratteri cubitali nell’iniziativa di lotta e di proposta dell’Associazione Radicali Lucani, va in scena in queste ore all’insegna del più spudorato gioco delle parti, con i 5Selle eletti d’ufficio ad interlocutori privilegiati. Si sta perpetrando un esproprio di lotte da parte di chi non le ha mai realmente combattute. Dov’è la campagna elettorale se il confronto viene di fatto negato? Dov’è, verrebbe da aggiungere,- si chiede Bolognetti – il diritto di tutti e di ciascuno a poter conoscere per deliberare? Quali possibilità restano a un nonviolento per opporsi a una oggettiva violenza che fa strame di storie, le rimuove e le cancella? Senza democrazia non vi sono elezioni, ma solo violente finzioni contro i diritti civili e umani. Così ci esprimevamo nel 2010, in un documento di analisi dello stato della democrazia in Italia. Temo che da allora le cose non siano affatto migliorate, anzi. Provate voi a fare una campagna elettorale in apnea. Provateci, avendo la consapevolezza che in ballo non ci sono e non ci dovrebbero essere solo poltrone e prebende, accordi pregressi e futuri, ma il futuro, quello sì, di un Paese.
Ci sarà spazio, tempo e modo per poter discutere, per dirne una, di overshoot day, della necessaria transizione ecologica, di una nuova alleanza con la natura?
La verità è che ci stiamo concentrando sulle metastasi, senza vedere le cause scatenanti che hanno fatto insorgere il cancro e poi le metastasi stesse. Il malato grave è la nostra democrazia che si fa sempre più “democrazia reale”. Le cure che vengono proposte in queste ore, ahinoi, sono però di gran lunga peggiori del male”.