“Una lista che si chiama +Europa non poteva non fare partire il suo cammino in Basilicata verso il 4 Marzo da Matera Capitale Europea della Cultura”.
È stata questa la scelta fatta dai dirigenti di Centro Democratico, Radicali e Forza Europa, che hanno dato vita alla lista ed al cartello elettorale che ha in Emma Bonino e Bruno Tabacci i punti di riferimento dello schieramento che a livello nazionale punta a superare il 3% ed a livello lucano a creare una nuova condizione di adeguato confronto con il principale alleato del Centrosinistra, il Pd, che – si sostiene – in maniera miope ha puntato a ridurre gli spazi di presenza delle realtà alleate ed ha scelto candidati che alla Camera, ad esempio, sono autoreferenziali e non plurali pur in presenza di sondaggi che parlano in maniera chiara di politiche alternative.
Ridare centralità ai bisogni del Mezzogiorno partendo dalle buone pratiche europee è il concetto espresso alla convention nazionale tenutasi ieri a Roma presentando le liste di candidati, al Senato, guidata da Massimo Maria Molinari e composta da Floriana Gallo, Giovanni Vizziello e Margherita Velardi; e quella alla Camera guidata da Andreina Serena Romano e dei candidati Lucani di +Europa nel Nord America, Francesco Galtieri e Maria Teresa Cascino.
La via lucana allo sviluppo è dunque nella strategia di una maggiore coesione territoriale ma in primo piano La questione meridionale resta ancora, a distanza di un secolo e mezzo dall’unità d’Italia, il nodo principale dell’economia nazionale.
L’elemento principale dello scenario meridionale – hanno ribadito i dirigenti ed i candidati di +Europa Centro Democratico – è costituito dalla estrema rarefazione del tessuto produttivo: il tessuto di imprese presenti risulta tuttora assai limitato, e di conseguenza i posti di lavoro esistenti sono del tutto insufficienti, il tasso di disoccupazione elevatissimo, la tendenza a emigrare strutturale. Negli ultimi lustri il nodo del meridione è stato completamente rimosso dalla politica nazionale, aggravando la sensazione di abbandono e residualità diffusa in tali regioni.
Le politiche dirette a sostenere la domanda, che hanno caratterizzato l’attuale legislatura, presentano un effetto limitato nel mezzogiorno. La crescita dell’economia meridionale richiede un programma straordinario di investimenti diretto ad allargare il tessuto di imprese. Sono necessari investimenti sulle infrastrutture fisiche e immateriali (a partire da quelle finalizzate a facilitare la movimentazione e la spedizione delle merci prodotte in loco) e una politica di credito agevolato. In alcune aree strategiche può essere utile la creazione di “zone economiche speciali” con un regime fiscale e amministrativo semplificato.
È necessario che gli strumenti di incentivazione nazionali siano dotati di risorse adeguate per i bisogni del Mezzogiorno, e vanno confermati gli strumenti di sostegno, dagli incentivi per l’autoimprenditorialità ai contratti di sviluppo per l’attrazione di investimenti. Al tempo stesso vanno riconosciute e progressivamente rimosse le croniche inefficienze di sistema che impediscono lo sviluppo dell’area, dalla qualità della pubblica amministrazione all’efficienza della spesa pubblica, dal controllo del territorio al contrasto alla criminalità.
Va ridisegnata infine in maniera intelligente la governance delle politiche per lo sviluppo, oggi ostaggio del groviglio di competenze dei vari livelli nazionali e locali, rafforzando la funzione di indirizzo e di coordinamento del Governo per tendere a nuove forme di occupazione e lavoro.
Domani, lunedi 5 febbraio, a Potenza, alle ore 19,00 in Piazza Crispi è prevista l’apertura ufficiale del Comitato Elettorale della lista.