E’ scomparso nella sua abitazione di Firenze, all’età di 74 anni, Antonio Infantino, il maestro Antonio Infantino. Personaggio dai mille volti, profondo come il mare e leggero come le nuvole.
Architetto, musicista, poeta, scrittore, nella sua Tricarico aveva conosciuto Rocco Scotellaro. Amico e confidente di Dario Fo, la sua arte è stata celebrata da Fernanda Pivano che in un articolo sul Corriere della Sera lo descrisse nei primi anni Ottanta come “un personaggio che incarna in senso letterale alcune tra le cose migliori della cultura e dello spettacolo di questi ultimi quarant’anni”. Un suo album, Tara’n Trance, entrò con successo nelle classifiche delle discoteche statunitensi, sorpassando pop-stars di grido quali Britney Spears e Mariah Carey. Invitato come ospite speciale alla Biennale di Venezia, nel 2016 aprì, a Melpignano, il “concertone” della Notte della Taranta.
Già, la Taranta. Quella musica, quel ritmo che Antonio Infantino aveva dentro, nell’anima, nel cuore, in quello sguardo che, solo chi ha avuto la fortuna di incrociare da vicino, può celebrarne la profondità.
Chi era Antonio Infantino è troppo difficile e complesso da raccontare in un semplice articolo giornalistico, nel giorno della sua scomparsa.
Ecco perché preferiamo farlo attraverso le sue stesse parole e attraverso la sua musica, in un’intervista esclusiva che il Maestro ci concesse qualche anno fa, quando andammo a trovarlo nella sua Tricarico.
Le immagini sono di Simone Durante.
I funerali si terranno a Tricarico venerdì mattina.