Sarà dedicata una seduta straordinaria del consiglio regionale – è prevista per lunedì, 15 gennaio prossimo – allo scottante problema del dimensionamento scolastico, che molti sindaci contestano.
Alcuni di loro sono stati ascoltati dalla quarta Commissione del Consiglio regionale (Politica sociale) presieduta da Vito Giuzio, che ha dedicato una riunione sull’argomento.
Il sindaco di Pisticci Viviana Verri ha contestato il piano proposto dalla Provincia di Matera, che comporterebbe lo smembramento dell’istituto Padre Pio, dove attualmente ci sono 643 studenti e del quale fa parte anche la scuola primaria di Craco con i suoi 57 alunni. Così facendo l’Istituto correrebbe il rischio di perdere la reggenza. Verri ha chiesto “di lasciare inalterato l’assetto delle nostre scuole, che non è a rischio ed ha i numeri per la reggenza”.
Sulla stessa posizione il sindaco di Craco Giuseppe Lacicerchia, che ha contestato l’ipotesi di spostare la scuola di Craco nel comprensivo di Montalbano, spiegando che “i percorsi educativi sono gestiti da moltissimi anni con l’istituto Padre Pio di Pisticci, con la realizzazione di molte attività integrative comuni. Eventuali spostamenti crerebbero problemi sul piano didattico”.
Contraria all’ipotesi di piano della Provincia di Matera anche la presidente del consiglio d’istituto del comprensivo Quinto Orazio Flacco di Marconia, Mirna Mastronardi, per la quale “è a rischio la continuità didattica, i bambini chiedono di trovare i propri insegnanti e così non sarebbe qualora la proposta della Provincia fosse rispettata.
Francesco Malvasi del Tavolo Verde ha affermato che il Piano “non tiene conto delle esigenze dei territori. In riferimento all’Istituto Agrario, già penalizzato con l’accorpamento con il liceo classico, ricorda che con una petizione popolare è stato chiesto che venga istituito un polo agrituristico autonomo per recuperare la specifica identità che ha caratterizzato per quarant’anni l’istruzione nel Metapontino.
Il sindaco di San Fele Donato Sperduto ha ribadito la propria contrarietà al Piano della Provincia di Potenza, che prevede di spostare l’istituto cittadino in un altro ambito.
“Con Rapone c’è un passato comune che non si può interrompere. Chiediamo di mantenere San Fele, che potrebbe essere Comune aggregatore, con Rapone e l’aggregazione ad Atella”.
D’accordo con lui la sindaca di Rapone Felicetta Lorenzo, che ha segnalato come lo stesso consiglio di istituto e la popolazione scolastica si sono espressi contro il passaggio di San Fele all’ambito 2. “Se viene riconosciuta l’iscrizione già richiesta dei 95 migranti residenti nell’area – ha aggiunto -abbiamo i numeri. Per il futuro poi c’è la legge sui piccoli Comuni e scattano altre salvaguardie”.
Si è associato a questa richiesta anche il sindaco di Ruvo del Monte, Donato Carmine Romano. “Ci smembrano l’istituto comprensivo di San Fele, che va con Bella. Mentre – ha detto – Ruvo e Rapone vanno con Atella. Sarebbe più facile che Atella venga associato a San Fele”.
Il sindaco di San Chirico Nuovo Vincenzo Baldassarre ha segnalato che nella sua area “vengono chiuse due direzioni didattiche su quattro, agli estremi dell’area, e così si accrescono le difficoltà. Noi eravamo con Tolve ed ora siamo accorpati ad Oppido. Il nostro disegno è di accorpare San Chirico, Albano e Campomaggiore con Tolve, con cui facciamo molte attività. Portiamo avanti autonomamente anche il discorso per superare le pluriclassi, ma così il Piano scontenta praticamente tutti”.
Per il sindaco di Tolve Pasquale Pepe, “con la proposta del sindaco di San Chirico nessun Comune sarebbe svantaggiato. Serve un piano corrente, logico e imparziale. Così non è, la proposta è incoerente, sono stati usati due pesi e due misure, non sono state osservate le prescrizioni delle linee guida. Chiediamo che degli attuali quattro istituti comprensivi ne vengano mantenuti tre, Oppido, Tolve, con Albano e Campomaggiore, e Laurenzana, accorpando il resto, garantendo una soglia di circa 500 alunni per ogni istituto. Questo semplice disegno non porterebbe danni a nessuno e consentirebbe di tener fede alla volontà dei sindaci e alle linee guida”.
Di parere opposto la sindaca di Oppido Lucano, Antonietta Fidanza, per la quale la procedura adottata per la definizione del piano si è svolta nella massima legittimità. “Ormai – ha detto – noi ragioniamo in termini di razionalizzazione dei servizi in ambito territoriale, superando i campanilismi. Ho appreso con stupore la posizione del Comune di Tolve, abbiamo servizi condivisi, abbiamo aderito al distretto turistico, stiamo costituendo il Gal”, ed ha aggiunto che “non c’è nessuna soppressione, la scuola resta dov’è, c’è è solo il trasferimento della dirigenza scolastica”.
Il sindaco di Satriano di Lucania Vicenzo Pascale contesta il disegno della Provincia “di smantellare l’istituto comprensivo, con un nuovo istituto che unisce Savoia, Sant’Angelo, Satriano con presidenza a Brienza. Chiediamo che ci sia l’accorpamento ma che la direzione resti a Satriano, per la posizione geografica e per i trasporti”.
Sulla stessa posizione la sindaca di Savoia di Lucania Rosina Ricciardi che ha messo in evidenza come quello del suo Comune “è un territorio frastagliato, con frazioni che distano anche 13 chilometri, ci sono 71 bambini che vengono dalle frazioni e se la direzione va a Brienza le famiglie iscriveranno famiglie i loro figli a Picerno. Così rischiamo di chiudere la scuola”.
Sulla possibilità del l’istituzione di un liceo linguistico si sono invece soffermati l’assessore del Comune di Bernalda Domenico Calabrese e il sindaco di Ferrandina Gennaro Martoccia. La questione è stata già oggetto di una richiesta al ministero dell’Istruzione avanzata dall’istituto comprensivo presente nei due Comuni del Materano. “Bernalda è territorialmente distante e non toglierebbe utenza a Matera ma la prenderebbe da Ginosa, è inoltre già collegato con i paesi del Metapontino con diverse linee di trasporto”, ha detto Calabrese. Mentre Martoccia invitato il Consiglio regionale “a prendere visione delle varie situazioni, verificare se dove può essere ubicato il liceo linguistico, a Bernalda o a Ferrandina”.
Il sindaco di Terranova del Pollino Francesco Ciancia, infine, ha duramente criticato “l’idea scellerata di aggregare la scuola di Terranova di Pollino all’istituto comprensivo di Viggianello”, segnalando che. per quattro o cinque mesi all’anno, a causa della condizione della viabilità, ci vuole 1 ora e mezza per raggiungere Viggianello, infrastrutture e viabilità. La Val Sarmento tra l’altro ha avuto pochi giorni fa un finanziamento di 1,8 milioni per un polo unico scolastico”.
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