Intorno al falò, davanti alla chiesa di Santa Maria del Sepolcro a Potenza si sono ritrovati in molti, nonostante il tempo inclemente. Hanno dato vita alla veglia in occasione della Giornata Mondiale della Pace, per riflettere, sulla traccia del messaggio di Papa Francesco, sul ruolo del cristiano in un’epoca nella quale il fenomeno dell’emigrazione mette alla prova il proprio essere fratello. Il voler tendere la mano a chi ha bisogno.
I dati letti nell’introdurre la veglia scuotono le coscienze: 250 milioni sono i migranti nel mondo; nel 2017 in Europa sono giunti 120mila. Ma molti sono morti in mare durante la traversata su barconi di chi gestisce il traffico di uomini e donne indifesi.
Papa Francesco ricorda che dietro ognuna di queste persone ci sono storie da raccontare ed esigenze da non ignorare.
E durante la veglia, presieduta dal Vescovo Metropolita di Potenza, mons. Salvatore Ligorio, che ha poi concelebrato la Messa, sono state ascoltate le testimonianze di alcuni migranti che hanno trovato a Potenza, grazie a famiglie, comunità religiose ed associazioni, accoglienza per provare a ritrovare – perchè non sempre è facile -quella serenità interiore e con essa quella dignità di essere umano che qualcuno ha calpestato.
“Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace” è stato detto nel corso della veglia. Ma è stato anche detto che “siamo consapevoli che aprire i nostri cuori alla sofferenza altrui non basta”.
Accogliere l’altro – è stato ricordato – richiede impegno concreto, una catena di aiuti e benevolenza, attenzione vigilante in una realtà nella quale, spesso anche per motivi politici, si enfatizzano i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei migranti.
La Luce di Betlemme, segno di pace e fratellanza, che gli scout hanno portato tra i partecipanti alla veglia, ha ricordato il profondo messaggio che giunge dalla Grotta della Natività. Un messaggio che deve diventare impegno quotidiano per rispondere alle emergenze del terzo millennio.
La veglia si è chiusa con le parole di San Giovanni Paolo II. “Se il sogno di un mondo in pace è condiviso da tanti e se si valorizza l’apporto di migranti e dei rifugiati, l’umanità può divenire sempre più amiglia di tutti e la nostra terra una reale casa comune”.