Era dal 1988 che si trascinava la vicenda del Centro Servizi di Ruvo del Monte, che comportò per il Comune un danno di un milione di euro (somma ridotta della metà in attesa della sentenza della Cassazione) in seguito al pignoramento chiesto quattro anni fa dalle ditte Gruosso-Verrastro-Loscalzo che avevano realizzato la struttura.
La contestazione riguardava “presunte condotte commissive ed omissive rispetto alle riserve” per sospensione dei lavori chieste dal sindaco.
La vicenda si è conclusa con la sentenza della Corte dei Conti di Basilicata che ha assolto l’ex sindaco di Ruvo del Monte, Maria Santoro (assistita dall’avv. Feliciano Longo), l’ex ingegnere capo del Comune Pasquale Miraglia (difeso dall’avv. Giuseppe Buscicchio), gli architetti che hanno diretto i lavori Michele Metallo ed Antonio Miraglia (difesi dall’avv. Rosaura De Paola) e il responsabile unico del procedimento Pasquale Roselli (assistiyto dall’avv. Donato Cicenia).
I giudici contabili hanno infatti dichiarato l’insussistenza del nesso causale tra le loro condotte e il danno per le casse del Comune. Riconosciuta anche la mancanza di colpa grave.