Si è tenuta ieri pomeriggio a Roma, presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, un’audizione del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica dei Siti di interesse nazionale (Sin). Il governatore lucano, che era accompagnato dall’assessore all’Ambiente, Francesco Pietrantuono e dalla dirigente generale del Dipartimento, Carmen Santoro, ha fornito le informazioni richieste sull’utilizzo dei fondi per le bonifiche in Val Basento e a Tito.
L’ Accordo di Programma Quadro (Apq) “rafforzato” sottoscritto a giugno 2013, che ha individuato la Regione Basilicata quale soggetto attuatore, ha definito 10 interventi di messa in sicurezza e di bonifica nei Sin di “Tito” e “Val Basento”, per un valore complessivo di 46.768.703,01 euro, di cui 23.295.181,98 euro per la realizzazione dei quattro interventi di bonifica a Tito, e 23.473.521,03 euro destinati ai sei previsti nell’area industriale della Val Basento.
“Il processo di attuazione – ha spiegato il presidente Pittella – ha incontrato oggettivi ostacoli tecnici ed amministrativi, per cui l’attività tecnica e amministrativa posta in essere dagli Uffici per consentire la bonifica dei siti è stata particolarmente complessa, perché tutte le progettazioni preliminari completate al momento della sottoscrizione dell’Apq hanno richiesto ulteriori indagini, analisi, rilievi, propedeutici per la redazione dei successivi livelli di progettazione definitiva ed esecutiva, tesi ad aggiornare i dati esistenti. Le procedure – ha evidenziato il governatore – hanno presentato oggettive criticità dovute alla natura stessa degli interventi che, come è noto, necessitano di una preliminare caratterizzazione dei siti. Infatti, proprio l’imprevista presenza di radioattività naturale nel Sin di Tito ha costretto l’attivazione di una complessa procedura attestata in capo alla Prefettura di Potenza: la fase di caratterizzazione radiometrica ha comportato una dilatazione dei tempi necessari alla redazione dei progetti di bonifica e quindi dei cronoprogrammi”.
Il presidente ha comunque sottolineato che “i procedimenti sono stati portati avanti impegnando fondi regionali” e che “a fronte delle reiterate richieste da parte della Regione, l’8 novembre 2017 il Ministero dell’Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) ha comunicato l’approvazione del Piano Operativo «Ambiente» FSC 2014-20 nell’ambito del quale è previsto il rifinanziamento degli interventi definanziati”.
Il presidente ha quindi fornito precise informazioni sui lavori di bonifica ex Materit – dell’importo di 2.577.371 euro – aggiudicati nel 2016, ma nei confronti dei quali è intervenuto il Consiglio di Stato, che con sentenza pubblicata ad agosto 2017 ha disposto l’esclusione dalla gara della ditta aggiudicataria, determinando la decadenza del contratto.
“L’ufficio – ha detto in merito Pittella – ha preso atto della Sentenza del Consiglio di Stato ed ha disposto l’annullamento dell’aggiudicazione e la decadenza del contratto. Nella prospettiva della nuova aggiudicazione, il 14 dicembre si è tenuto un incontro al Ministero dell’Ambiente, tra l’Ufficio regionale competente e l’Inail per una valutazione dell’impatto sul procedimento delle prescrizioni ed è stato riavviato il procedimento finalizzato alla aggiudicazione dei lavori di bonifica. In attesa dei lavori della Commissione di gara, al fine di garantire la sicurezza del sito – ha precisato il governatore – la Regione ha sollecitato il Comune di Ferrandina ad attivare gli interventi urgenti di messa in sicurezza, in modo da impedire il rischio di esposizione della popolazione alle fibre di amianto”.
“Si precisa – ha continuato il presidente – che il Comune di Ferrandina è stato destinatario di uno specifico finanziamento ministeriale di 500 mila euro per la messa in sicurezza del sito ex Materit, da cui residuano ancora circa 100 mila euro. Nelle more dell’espletamento delle procedure di aggiudicazione dei lavori di bonifica l’ufficio regionale di Prevenzione e controllo ha chiesto al Comune di avviare, anche con il sostegno della Regione, l’esecuzione degli interventi ritenuti più urgenti tra quelli segnalati nella relazione conseguente al sopralluogo Inail.
La Regione, nel frattempo, – ha concluso Pittella – con il Piano regionale rifiuti (Prgr) ha rilanciato la “mappatura” dell’amianto, attraverso l’attivazione del sistema informativo già realizzato in precedenza”.