A maggio scorso, nelle settimane immediatamente seguenti alla sconcertante scoperta dello sversamento di greggio dal Cova di Viggiano, i Consiglieri Regionali M5S, Gianni Perrino e Gianni Leggieri, unitamente all’europarlamentare M5S, Piernicola Pedicini, avevano presentato presso la Procura di Potenza,un dettagliato esposto e una contestuale denuncia-querela, che evidenziavano numerose incongruenze e anomalie riferite alla vicenda dello sversamento.
In una nota congiunta i consiglieri regionali Gianni Perrino e Gianni Leggieri e l’eurodeputato Piernicola Pedicini comunicano di aver presentato un’integrazione all’esposto precedentemente inoltrato alla Procura della Repubblica del capoluogo lucano.
Questo perchè – sostengono – si è reso necessario inviare altre informazioni a seguito dell’attività ispettiva e di controllo svolta in questi mesi, finalizzata anche alla verifica del corretto adempimento delle prescrizioni da parte di ENI contenute nella delibera di giunta regionale che ha autorizzato la riapertura del COVA.
“La necessità di dover inviare altre informazioni alla Procura sono aumentate – precisano Perrino, Leggieri e Pedicini – anche alla luce degli interrogativi sorti a seguito del misterioso suicidio dell’ing. Griffa, ex responsabile di stabilimento del Cova di Viggiano. Quest’ultimo, secondo le varie ricostruzioni fatte nelle utlime settimane, già nel 2012 aveva denunciato fuoriuscite di greggio dai serbatoi del COVA. Le sue denunce gli sarebbero costate ferie forzate, rimozione dall’incarico e una convocazione nella sede di Milano il 22 luglio 2013”.
“Intanto, altri fatti sono accaduti negli ultimi giorni. Come previsto, – prosegue ma nota degli esponenti del M5S – si è innescato una disputa accademica finalizzata a cercare di depotenziare e “smontare” l’attendibilità dei risultati (agghiaccianti in termini di incremento di mortalità e morbosità) della Valutazione d’Impatto Sanitario condotta sulle popolazioni di Viggiano e Grumento Nova dal team guidato dal prof. Fabrizio Bianchi”.
Secondo Perrino, Leggieri e Pedicini, “ENI ha deciso di giocare la carta della “delegittimazione” della VIS varando (giovedì scorso) una massiccia campagna di propaganda prenatalizia guidata dal professor Tarsitano, docente de “La Sapienza” di Roma: il cane a sei zampe, attraverso alcuni quotidiani locali, ci fa sapere che in Val D’Agri “si respira aria di campagna”.
Nonostante il tuttappostismo spinto e l’aria di campagna al sentor di idrogeno solforato, è davvero difficile per noi sposare tanto ottimismo. La realtà – denunciano – sembra essere tutt’altro che rosea e profumata: nei pozzetti Asi dell’area industriale di Viggiano continuano ad apparire sostanze misteriose che, per il momento, vengono classificate come “oleose”.
L’ottimismo agreste della compagnia petrolifera appare rasentare la fantascienza. O, meglio, l’incoscienza?
Nemmeno il tempo di godersi l’inaugurazione di una nuova “grande opera” (il “Parco Natatorio” di Viggiano) che gli amministratori di Viggiano sono dovuti correre a constatare l’ennesima emergenza. Al centro dell’attenzione ancora quei pozzetti che inevitabilmente si ricollegano ai serbatoi colabrodo del Centro Oli, protagonisti dello sversamento di ingenti quantitativi di petrolio, nota vicenda che ha caratterizzato l’annus horribilis 2017 del COVA di Viggiano.
Non sembra poter esserci pace per una valle martoriata dall’inquinamento, dalla propaganda e da vane promesse di sviluppo. Solo ottenere giustizia – concludono Perrino, Leggieri, e Pedicini – restituirebbe credibilità alle istituzioni, rispetto della inviolabile dignità del popolo e del territorio della Val d’Agri”.