Dopo quanto si è scoperto da gennaio scorso in seguito alla fuoriuscita di greggio da un tombino dell’impianto di potabilizzazione dell’Asi di Viggiano, era inevitabile che le macchie oleose emerse in un canale di scolo dello stesso impianto abbiamo fatto scattare l’allarme.
Ovviamente prima che si possa dire che si tratti di petrolio, bisognerà attendere i risultati dei prelievi che l’Arpab già da ieri ha iniziato ad effettuare. Lo stesso sindaco di Viggiano, in una dichiarazione al Tgr Basilicata ha detto che è necessario avere dati certi, sulla base dei quali si deciderà il da farsi.
Ma intanto la preoccupazione tra gli abitanti della zona cresce. Si teme che altre perdite dal Centro olio si stiano verificando, senza che nessuno se ne renda conto nonostante Eni continui ad assicurare che tutto è sotto controllo.
Una dichiarazione che lascia il tempo che trova se si pensa che l’Ente solo dopo pesi dallo sversamento di gennaio fu costretto ad ammettere in un incontro al Ministero che la perdita di idrocarburi dai serbatoi del Cova si verificava dall’estate del 2016. Quattrocentomila litri di petrolio sono stati dispersi nel suolo circostante il Centro Olio, con il rischio d’inquinare anche le falde acquifere e i corsi d’acqua che confluiscono nell’invaso del Pertusillo.
Mentre si attende l’esito delle analisi dell’Apab, l’Eni, come informa l’agenzia Ansa, ha illustrato le proprie controdeduzioni ai risultati della Vis, la Valutazione di impatto sanitario.
“In perfetta buona fede scientifica, possiamo dire che in Val d’Agri non c’è nessun allarme sanitario”. Lo ha detto il professor Gianfranco Tarsitani, uno dei quattro esperti interpellati dall’Eni per esaminare e fare osservazioni sulla Valutazione di impatto sanitario (Vis) elaborata nei mesi scorsi da un team guidato dal professor Fabrizio Bianchi, che aveva indicato la presenza di “associazioni di rischio” tra l’attività petrolifera e la salute pubblica.
Oltre a Tarsitani osservazioni e controdeduzioni sono state svolte da Loredana Musmeci, Leonardo Palombi e Paolo Boffetta.