Vito Giuzio (Pd) (nella foto di copertina) è il nuovo presidente della quarta Commissione ( si occupa di difesa della salute, programmazione ospedaliera, assistenza e sicurezza sociale, scuola, assistenza scolastica, istruzione artigianale e professionale, musei e biblioteche degli enti locali, lavoro, emigrazione, sport e tempo libero).
Giuzio è stato eletto oggi con 11 voti (6 le schede bianche). Nelle Commissioni si procede con il cosiddetto ‘voto ponderato’: i commissari (art. 22 del Regolamento) “dispongono di tanti voti quanti sono i consiglieri del gruppo di appartenenza”.
I lavori sono stati coordinati dal presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica.
L’elezione di Giuzio è avvenuta a seguito delle dimissioni dalla carica di consigliere regionale di Luigi Bradascio (Pp), che ha presieduto la quarta Commissione sin dall’inizio della legislatura. Nel dibattito che ha preceduto il voto il consigliere Michele Napoli (Pdl-Fi) ha chiesto alla maggioranza “di conoscere i motivi delle dimissioni di Bradascio, un presidente che era stato votato anche dalla minoranza”. Miranda Castelgrande (Pd) ha risposto di non conoscere altre motivazioni oltre a quelle personali indicate dallo stesso Bradascio . “Proprio perché dovremo procedere alla surroga – ha aggiunto -, ed in attesa che questa possa essere espletata e si possa discutere anche con il consigliere subentrante, indico temporaneamente il capogruppo Giuzio quale presidente in grado di dare continuità al lavoro della Commissione”.
Per Aurelio Pace (Gm) “indicare il capogruppo del partito di maggioranza è una scelta transitoria e di responsabilità ma accompagnata dall’autorevolezza, che nasce dall’esigenza di rispettare tempi e coerenza nell’esame del Piano sanitario regionale. Giuzio ha le capacità per raccogliere in questa fase delicata la logica di Bradascio, il quale ha voluto che la Commissione fosse un luogo aperto e senza steccati”. “L’autorevolezza appartiene a chiunque esercita una funzione istituzionale”, ha osservato invece Giannino Romaniello (Gm) che ha chiesto a Mollica di essere informato sulle eventuali sostituzioni intervenute nella composizione dell’organismo, considerato che Giuzio fino a ieri era componente di un’altra Commissione.
Dopo una breve sospensione Mollica ha dato atto, ai sensi dell’art. 21 del Regolamento, della sostituzione di Spada con Giuzio in quarta Commissione comunicata dal gruppo consiliare del Pd.
Napoli ha sottolineato “la maturità e responsabilità politica della minoranza, che nonostante il mancato rispetto della procedura prevista dal Regolamento per le sostituzioni non blocca i lavori”, esprimendo l’auspicio “che con l’elezione di Giuzio ogni passaggio venga condiviso e rappresentato alle minoranze in tempi debiti, nell’interesse della funzionalità dell’organismo e della comunità”.
“Ringrazio Napoli e l’atteggiamento politico della minoranza”, ha risposto Giuzio osservando che “la decisione di procedere rapidamente ha lo scopo di dare continuità ai lavori della Commissione, in ossequio al calendario già stabilito. Cercherò di svolgere compiutamente questo ruolo con il massimo impegno e nel massimo rispetto istituzionale. Sarebbe stato anche legittimo chiedere ai vicepresidente Napoli di continuare a coordinare i lavori, ma questa scelta segna l’assunzione della responsabilità politica da parte della maggioranza. Naturalmente dispiace la scelta di Bradascio che rispetto e che deve essere ringraziato per la conduzione della Commissione avvenuta con spirito unanime”. Un giudizio condiviso anche da Rosa (Lb-Fdi), che ha definito Bradascio “un uomo di altri tempi”.
Rosa ha poi espresso un severo giudizio politico sulle scelte della maggioranza: “Si parla di temporaneità e di senso di responsabilità – ha detto -. Ma queste parole fanno emergere la gravità dell’atteggiamento del Pd rispetto alle istituzioni, di una maggioranza che non riesce a trovare le quadrature fra congresso e assetto della Giunta e della presidenza del Consiglio regionale. Queste incongruenze oggi arrivano in Commissione e sono una dimostrazione di irresponsabilità del Pd. Sanciscono che le sue beghe interne toccano anche la Commissione. Ora non so più cosa potranno compromettere”.