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Poi sono andato una volta allo stadio e di te mi sono innamorato…

USB - Ufficio Stampa Basilicata 4 Novembre 2017
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“Mi avevano detto abbonati a Sky, ma non l’ho fatto mai, ma non l’ho fatto mai. Poi sono andato una volta allo stadio e di te mi sono innamorato…”. Questo coro l’ho ascoltato per la prima volta la scorsa estate quando, in una nottata trascorsa con alcuni amici tifosi del Potenza, dinanzi all’entusiasmo per i grandi colpi del mercato rossoblù, lo cantavano sulle note di “Just can’t get enought” dei Depeche Mode, sognando le grandi gesta che il Potenza dell’era Caiata avrebbe compiuto. Io sono stato, anzi sono tutt’ora, un grande utente della pay-tv in quanto la mia immensa, a volte ingombrante, fede calcistica bianconera, mi obbliga a seguire le partite della “Vecchia Signora” abbonandomi agli Sky o Mediaset Premium di turno, e pertanto l’Idea di disdire l’abbonamento non mi ha mai sfiorato. Dunque mi divertiva e mi incuriosiva molto questo coro, ma ancora di più mi lasciava basito l’entusiasmo quasi contagioso dei miei amici. Oggi posso dire di averlo davvero capito. Sono trascorsi circa due mesi da quando abbiamo iniziato questa esaltante avventura con le dirette Facebook del Potenza ma quello che in ogni singola partita mi affascina, accrescendo in me incredulità, è il vedere quante persone a Potenza “non si sono abbonate a Sky”. Mi pongo ogni benedetta domenica la stessa domanda retorica: “ma sto vedendo davvero una partita di serie D? Ma questo può mai essere un pubblico da calcio dilettantistico?”. La risposta è talmente semplice e banale da essere complicatissima. Che si tratta di Serie D non vi è alcun dubbio ma il pubblico, i tifosi…beh quelli non c’entrano niente con questa categoria. In ciascun momento che precede il fischio d’inizio delle partite, così come in ogni commento post match, non posso non considerare che ogni vittoria, ogni singola rete sia stata sospinta dall’eccezionale tifoseria che incita i propri beniamini. Per utilizzare le stesse parole pronunciate prima del fischio d’inizio della gara di Sarno, in un messaggio virtuale indirizzato ai giocatori “quando la fatica si fa sentire, quando i muscoli non rispondono più ai segnali del cervello, quando la stanchezza fa perdere la lucidità, allora arriva il momento di superare i propri limiti. E in questi colori troverete la forza per farlo, nel sostegno del popolo rossoblù che vi segue su ogni campo, questa tifoseria saprà essere il mezzo per superare il limite, il grimaldello che aprirà la porta del sacrificio e che vi farà correre e lottare come 11 leoni”.

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Foto di Gerry Coviello

Ed allora mi si dipana ogni dubbio e diventa chiaro definitivamente perché un giocatore come Carlos Franca, che di gare ne ha giocate in abbondanza nella sua carriera, dopo l’esordio in un Viviani stracolmo in ogni ordine di posti, aveva una luce particolare negli occhi. Era la luce di chi trova e cerca stimoli nei volti e nelle voci dei circa 7000 potentini che come risorti da un torpore causato dalle troppe delusioni sportive, non vedevano l’ora di disdire l’abbonamento a Sky.

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