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Letto Si tinge di giallo la gestione del Centro Olio di Viggiano
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CronacaIN EVIDENZA

Si tinge di giallo la gestione del Centro Olio di Viggiano

USB - Ufficio Stampa Basilicata 2 Novembre 2017
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Tutto ruota intorno al suicidio dell’ex responsabile del Centro Olio di Viggiano, l’ing. Gianluca Griffa, 38 anni, trovato impiccato nell’agosto del 2013 in un bosco nei pressi di Montà d’Alba , in provincia di Cuneo, da dove era scomparso da un paio di settimane prima.

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L’ing. Gianluca Griffa in un’immagine pubblicata durante la sua scomparsa.

Come riporta in un articolo sul Quotidiano del Sud, Leo Amato, l’ng. Griffa prima di suicidarsi – siamo nel 2013 –  consegnò ai carabinieri  e agli ispettori di polizia mineraria (Unmig) del Ministero dello Sviluppo Economico una relazione, acquisita ora dalla Procura della Repubblica di Potenza nell’ambito dell’inchiesta sull’attività Eni in Val Basento.
Cosa emerge dalla relazione di Griffa?
Intanto, che le prime fuoriuscite di greggio dai serbatoi del Centro Olio di Viggiano si sarebbero verificate nel 2012  ma,  scrive Amato, per non fermare la produzione sarebbero state nascoste “per ordini superiori”.
E’ il caso di ricordare che la perdita di greggio dai serbatoi del Cova è stata scoperta soltanto a gennaio scorso quando si  è verificata la fuoriuscita da un tombino dell’impianto di depurazione dell’Asi.
L’Eni, in un’audizione al Ministero, dopo che la Regione aveva disposto la chiusura dell’impianto, dichiarò che la perdita di circa 400mila litri di greggio risaliva all’estate dello scorso anno. Falso.
Già questa notizia aveva alimentato non poche perplessità sulla serietà con la quale viene gestito il Cova, non foss’altro perché ce lo siamo chiesto e ce lo chiediamo ancora ora  come mai nessuno se ne fosse mai accorto.
Forse la risposta la troviamo nella relazione dell’ing. Griffa, nel momento in cui – come riporta Leo Amato – il responsabile all’epoca dell’impianto aveva tentato di informare i dirigenti Eni di quanto stava accadendo a causa della corrusione di alcuni serbatoi e la conseguente fuoriuscita di greggio. Ma non gli fu consentito – afferma nella relazione – per non ridurre la produzione.
Scrive Amato. “Poi però aggiunge di non essersi lasciato scoraggiare e di aver imposto in due-tre occasioni ai tecnici che riducessero la portata dell’impianto all’insaputa dei capi. Salvo scoprire che non appena si assentava venivano ripristinate le vecchie impostazioni” .
L’ing. Griffa fu costretto a ferie forzate, fu rimosso dall’incarico e convocato a Milano con la prospettiva di una missione all’estero dal sapore quantomeno punitivo.
Cosa accadde nell’incontro con i dirigenti Eni il 22 luglio 2013 non è dato sapere.
Si sa che l’ing. Griffa quattro giorni dopo scomparve e un mese dopo fu trovato impiccato.

Maurizio Bolognetti durante una manifestazione di protesta davanti al Centro Olio di Viggiano

Questa la cronaca riportata da Leo Amato, alla quale fa riferimento il segretario regionale dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti,  il quale ricorda che la perdita di greggio dal Centro Olio  l’aveva denunciata sin dal 2015.
“La fonte – scrive  Bolognetti – mi aveva segnalato perdite di varia natura provenienti dal Cova. Quanto avessi ragione allora e il perché del silenzio e di certe situazioni lo si capisce pienamente oggi e – conclude  – c’è da farsi tremare i polsi”.

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Tag cova, il quotidinao del sud, ing. gianluca griffa, leo amato
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