È un presidente innamorato della sua città.
Basterebbe questa semplice risposta per descrivere il massimo dirigente del Potenza Calcio diventato, nelle ultime settimane, il nome più chiacchierato nel capoluogo lucano e non solo.
Basterebbe se fosse semplice e immediato trovare un significato della parola “amore”, ma così non è.
Amare qualcosa, la propria città, è cosa ben diversa da amare qualcuno o qualcuna.
L’amore verso una persona lo si può dimostrare in tanti modi: con il rispetto, l’abnegazione, la comprensione, la vicinanza, la passione. Con comportamenti capaci di trasmettere sentimenti di affetto, di stima, di incondizionata disponibilità. Ma l’amore verso una persona lo si può dimostrare anche con uno sguardo, una carezza, un bacio, un abbraccio. Azioni capaci di scaturire emozioni positive in chi le compie e in chi le riceve.
E sono proprio le emozioni quelle che Salvatore Caiata è riuscito a far rivivere alla sua città dal suo arrivo/ritorno a Potenza.
Quarantasette anni, potentino doc ma toscano di adozione, imprenditore nel ramo della ristorazione, Salvatore Caiata è diventato il presidente del Potenza Calcio dallo scorso mese di luglio dopo un decennio di gestioni forestiere del “leone rampante”.
“Il Potenza ai potentini”, chiedevano da anni i tifosi rossoblù.
Primo desiderio esaudito.
Nella campagna abbonamenti Caita ci ha “messo la faccia”. Un cartellone, nove metri per nove metri, ha accolto per diverse settimane tutti coloro che entravano a Potenza dal famoso ponte Musumeci, con un messaggio chiaro che sottintendeva una finalmente ritrovata e voluta assunzione di responsabilità: “Ci sono”.
Ai potentini, però, non bastava – ed era comprensibile – un semplice manifesto: avevano bisogno di riconquistare la fiducia verso quei gloriosi colori e tornare a gioire e ad emozionarsi per essi.
Secondo desiderio esaudito.
Gli ingredienti per raggiungere tale scopo sono facilmente elencabili: serietà, visione, risultati, spettacolo. Più complicato, invece, recuperarli e metterli insieme. Ma Salvatore Caita lo ha fatto e anche nel migliore dei modi.
Il Potenza, oggi, è la squadra più vincente d’Italia e il “Viviani” è lo stadio che ha fatto registrare il più alto numero di biglietti venduti in tutta la Serie D nazionale (il cartello “sold out” è comparso sui botteghini di viale Marconi) e con dati superiori anche a molte arene di Serie C e B.
Miracolo?
Per qualcuno si, dato che l’immagine del presidente è stata già “accostata” a quella del Santo patrono della città.
I numeri, i gol, le coreografie hanno catapultato il Potenza Calcio su molte testate giornalistiche nazionali (è superfluo sottolineare quello che sta accadendo su quelle locali!). Ma a “fare notizia” non è stato solo questo. Le esultanze a fine partita del presidente, le sue interviste in diretta al novantesimo, hanno fatto il giro del web. Migliaia di visualizzazioni. Numeri stratosferici se pensiamo ad un’attenzione mediatica del genere rivolta ad una squadra dilettantistica.
Ma questo è il calcio.
Quel calcio che i potentini sognavano da anni. Quel calcio che ha riportato le famiglie sugli spalti e gli sponsor a bordo campo. Quel calcio che è tornato a riscaldare i cuori e far sognare e sperare.
E tutto questo grazie a Salvatore Caita, un presidente innamorato della sua città.