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Migrazione sanitaria: 14mila lucani nel 2016 si sono rivolti ad ospedali extraregionali

USB - Ufficio Stampa Basilicata 24 Ottobre 2017
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“Quello della cosiddetta migrazione sanitaria è un fenomeno complesso che riguarda quasi tutte le regioni. Il dato dei circa 14mila lucani che nel 2016 si sono rivolti ad ospedali extraregionali anche per interventi non complessi non ci sorprende. Altri dati del monitoraggio del Ministero alla Salute – che registra per la Basilicata un tasso del 23,6% di ricoveri per acuiti in regime ordinario – sono elementi di utile riflessione in merito ad appropriatezza, rafforzamento del Day hospital e deospedalizzazione delle cure per la quasi totalità dei Lea”.

Lo sostiene in una nota Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederANISAP.

“Sulla mobilità interregionale non ci sono variazioni rilevanti”, continua Flovilla nell’analisi dei dati. “L’ammontare complessivo è infatti in graduale riduzione, passando da 30,9 miliardi di euro nel 2010 a 28,6 miliardi nel 2016 con la componente per Acuti in regime ordinario ovviamente preponderante e a seguire la componente per Acuti in regime diurno e per Riabilitazione in regime ordinario. In generale, prevale un andamento costante con qualche variazione. Il valore si mantiene intorno all’ 8% per l’attività per Acuti in regime ordinario e diurno, è del 15% per l’attività di riabilitazione in regime ordinario, del 10% per l’attività di riabilitazione in regime diurno, e del 5% per l’attività di lungodegenza. Più in dettaglio, la mobilità per Acuti in regime ordinario passa dal 7,4% nel 2010 al 8,2% nel 2016, la mobilità per Acuti in regime diurno passa dal 7,4% nel 2010 al 9,1% nel 2016; la mobilità per riabilitazione in regime ordinario passa dal 14,7% nel 2010 al 16,3% nel 2016, mentre la mobilità per riabilitazione in regime diurno è pari al 9,2% nel 2010, tocca un massimo di 11,8% nel 2012 e si attesta al 9,3% nel 2016. Infine, la mobilità per lungodegenza è pari al 4,7% nel 2010 e, con piccole oscillazioni, si attesta al 4,9% nel 2016”.

“Al netto di una fisiologica mobilità di confine, il report sottolinea come «un elevato indice di fuga potrà essere dovuta a carenze dell’offerta assistenziale, mentre un elevato indice di attrazione potrà essere dovuto alla presenza di centri di eccellenza per particolari patologie, o più in generale ad una assistenza sanitaria ritenuta qualitativamente migliore (ad esempio, in termini di efficacia, di tempi di attesa etc.)». Nel Rapporto troviamo valide argomentazioni che ci danno ragione quando sosteniamo che la nuova sanità ha bisogno di una seria e realistica riconversione del ruolo e delle funzioni dell’esistente”.

“In Basilicata – conclude Flovilla – occorre cioè indicare con precisione le strutture coinvolte e i territori interessati alla riconversione per garantire a tutti in cittadini l’erogazione dei LEA. Auspichiamo una approfondita riflessione in tal senso da parte del Consiglio Regionale  che dovrà approvare il nuovo Piano della Salute”.

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