Su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza i carabinieri del R.O.S., hanno eseguito il sequestro preventivo nei confronti di un’azienda metalmeccanica dedita principalmente alla produzione di reti metalliche, paramassi e gabbioni; con stabilimento a Baragiano Scalo.
Indagate quattro persone ritenute responsabili, in concorso tra di loro, del reato di intestazione fittizia dell’azienda, sono state svolte mediante accertamenti patrimoniali e servizi di osservazione e controllo effettuati nei confronti degli stessi.
Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza, è emerso che il titolare dell’azienda, già noto poiché rinviato a giudizio per le imputazioni di associazione mafiosa ed usura nell’ambito dell’indagine “Iena 2”, abbia realizzato una fittizia dismissione del patrimonio societario al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione di natura patrimoniale, avvalendosi di due incensurati (madre e figlio), ai quali intestare le quote societarie, e di una collaboratrice dell’azienda stessa (figlia e sorella dei primi due), nel ruolo di intermediaria nei rapporti economici-finanziari tra i nuovi intestatari del capitale sociale dell’azienda ed il reale titolare.
Il sequestro preventivo, tra beni mobili (nr. 3 veicoli), immobili (capannone industriale), quote societarie, patrimonio netto aziendale e rapporti finanziari, ha consentito di affidare in custodia e gestione all’ amministratore giudiziario, già nominato dall’ A.G., un patrimonio il cui valore presumibile, in base alle prime ricostruzioni effettuate, ammonterebbe ad un totale di circa 6 milioni di euro.
Nel corso dell’esecuzione del sequestro sono stati effettuati anche controlli di settore ad opera dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Potenza, i quali hanno riscontrato e contestato violazioni penali in materia di prevenzione e protezione aziendale, di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché di prevenzione incendi e tutela dell’incolumità dei lavoratori, contestando ammende per un totale di circa 50mila euro.
All’interno dell’azienda erano presenti, al momento dell’esecuzione del sequestro, dieci operai ed un’impiegata amministrativa, tutti regolarmente assunti, che continueranno a svolgere regolarmente le loro attività secondo le linee aziendali che saranno adottate dall’amministratore giudiziario.